Aziende e posti di lavoro a rischio

produzione industrialeCon il ritorno dell’autunno si ricomincia a parlare dei tavoli di crisi al ministero dello Sviluppo Economico, perché sta per arrivare un’andata di situazioni delicate, sia per le aziende che per i lavoratori. Si tratta di circa 166 aziende che potrebbero presto entrare in crisi e dover ristrutturare, se non chiudere, coinvolgendo circa 190 mila lavoratori tra i 39 e i 50 anni, per la maggioranza. Preoccupazione è stata espressa dalla Cgil che parla apertamente di emergenza sociale che farà mobilitare i sindacati. I disoccupati in quella fascia d’età non riescono a trovare lavoro e gli ammortizzatori sociali sono già sotto un’enorme pressione, anche perché gli incentivi del Jobs Act sono finiti e il governo non ha ancora una strategia. È vero che il Pil italiano è migliorato, ma questo potrebbe non bastare ad agganciare la ripresa europea. Anche perché i fondi per mobilità e cassa integrazione non sono stati stanziati, e l’unica “arma” rimane l’indennità mensile di disoccupazione. I tavoli di confronto al ministero sono così 166, e i nodi, in autunno, verranno al pettine, con nomi importanti, da Bridgestone a Ericsson, da HP Hewlet Pakard a Whirlpool, fino alle aziende italiane come Alitalia, Carraro, Ferretti, ma anche la Perugina e Mercatone Uno, solo per fare degli esempi.