Archeologia industriale a Roma: il Gazometro

Il Gazometro che sorge a Roma nel quartiere Ostiense è uno splendido esempio di archeologia industriale.

Le suggestioni che esso ispira sono molte, eppure molte volte appare come un enorme cilindro in acciaio abbandonato a sé stesso e da rivalutare al più presto: la sua storia ci può raccontare molto. In effetti, la costruzione di questa struttura risale al 1937. Si tratta dell’impianto più grande, affiancato da altri due eretti nel primo decennio del secolo, il quale veniva utilizzato per accumulare il gas cittadino, un mix di gas, idrogeno e metano.

Bialetti, tutto pronto per la riorganizzazione industriale

Il marchio Bialetti è noto a tutti per la produzione di caffettiere.

Gli ultimi eventi che stanno caratterizzando la spa di Coccaglio (provincia di Brescia), la quale è nata nel 1998 a seguito della chiusura della storica compagnia, sono di stampo industriale: in effetti, è stato avviato da pochissimi giorni un approfondito e accurato piano di revisione e ottimizzazione dell’assetto interno, il quale prevede come cardini principali la cessione di vari impianti destinati alla coniatura e allo stampaggio delle pentole.

Rivoluzione industriale: la nascita del puddellaggio

Il termine puddellaggio deriva direttamente dal verbo inglese “to puddle”, il cui primo significato è quello di “rimescolare”.

Oggi conosciamo tutti questa definizione come uno dei principali trattamenti del settore siderurgico, quando si provvede a ossigenare elementi come il silicio, il carbonio e la manganese: il passaggio successivo, invece, prevede proprio il rimescolamento della ghisa nei forni, un processo che consente al metallo stesso di divenire maggiormente malleabile. Ma il puddellaggio rappresenta soprattutto uno dei momenti salienti della Rivoluzione Industriale.

Inquinamento industriale: i problemi delle scuole americane

Molte scuole americane si caratterizzano più per l’inquinamento industriale che per il rendimento.

Sono proprio le fonti industriali le principali responsabili della pessima atmosfera che arieggia nei dintorni degli istituti pubblici: secondo l’Università del Michigan, ciò provoca rischi gravi per la salute e difficoltà di concentrazione negli studenti. Il successo scolastico, dunque, dipende anche da questo fattore, un nuovo modo di esaminare il fenomeno. I luoghi più colpiti in questo senso sono diversi, si va dallo stesso Michigan all’Ohio, passando per l’area metropolitana di Detroit e la zona di Muskegon.

Zona industriale: in Veneto c’è il Consorzio di Padova

Dirige la pianificazione, la gestione e la commercializzazione di aree industriali in Veneto, che comprendono quasi 3.800.000 mq. Il suo comprensorio è stimato in 10.500.000 mq.

E’ il Consorzio Zona Industriale di Padova (ZIP), le cui iniziative si concretizzano anche grazie alla partecipazione delle amministrazioni locali, che vengono caratterizzate dalla presenza di un unico soggetto che gestisce ogni singola area. Questo unico soggetto, inoltre, si occupa della vendita dei lotti e della futura gestione degli stessi.

Il Consorzio Zona Industriale e Porto Fluviale di Padova:

è un ente pubblico, fondato nel 1956, che si è fatto promotore di progettare e realizzare la più grande area industriale del Nordest italiano.

Archeologia industriale: i Monumenti Aperti di Carbonia

Mancano ormai pochissimi giorni all’ottava edizione di Monumenti Aperti, l’evento di archeologia industriale che coinvolge la città di Carbonia.

Il 21 e il 22 maggio sono infatti le date prescelte per la mostra culturale in questione, un’occasione per riscoprire dei veri e propri “gioielli” della storia industriale del nostro paese. Il paesaggio di Carbonia è davvero particolare: qui possiamo rinvenire esempi interessanti di architetture razionaliste, come ad esempio la miniera di Serbariu e i vecchi esercizi commerciali, ma i visitatori possono essere attratti da molto altro.

Parco delle Fucine, il trionfo dell’archeologia industriale

L’archeologia industriale fa sempre più gola a enti parco e strutture locali.

L’ultima chiara testimonianza di questa tendenza è quella del Parco delle Fucine, più precisamente il comune di Casto, in provincia di Brescia: in effetti, la campagna archeologica di questa zona, avviata da quasi un anno ormai, si sta arricchendo di iniziative culturali e artistiche, volte a impreziosire l’ambiente circostante. Le nuove sculture di ferro che sono state donate al parco fanno capire come arte e archeologia industriale siano due elementi che si combinano in maniera perfetta. L’intento è quello di valorizzazione la cosiddetta “via del ferro”, con un’area accessibile da tutti, non solo con l’automobile, e dove è possibile ammirare i resti degli antichi impianti dove si lavorava appunto il ferro.

A Massarosa nasce un innovativo acquedotto agro-industriale

Massarosa, in provincia di Lucca, è celebre per il suo bel lago di Massaciuccoli, l’ampio specchio d’acqua tanto amato anche dal compositore Giacomo Puccini.

Il comune toscano si appresta ora a diventare famoso anche per una propria innovazione: in effetti, sta per nascere proprio in questa zona un acquedotto di tipo agro-industriale, un progetto davvero interessante che prevede un appropriato riutilizzo delle acque reflue. I lavori sono stati affidati a un consorzio di bonifica che opera nella zona e in Versilia. Di cosa si tratta esattamente?

Montaggi industriali: gli impianti di colata continua

Gli impianti di colata continua rientrano a pieno titolo nell’ambito dei montaggi di tipo industriale.

Si tratta di un processo piuttosto articolato che prevede una vera e propria fusione del metallo: il materiale liquido ottenuto in questa maniera viene poi fatto attraversare mediante la forza gravitazionale all’interno di una forma a fondo aperto, la cosiddetta lingottiera. Quest’ultima è l’immagine più tipica che si può avere di una colata continua, con questa forma in rame che viene poi raffreddata all’esterno con dell’acqua, a causa delle alte temperature.

Distretti industriali: Bagnoli potrebbe imitare il modello della Ruhr

Bagnoli e Dortmund potrebbero sembrare due città che non hanno niente da dirsi.

Invece, il quartiere partenopeo e l’agglomerato tedesco potrebbero assomigliarsi sempre di più, almeno nella conformazione di distretto industriale: d’altronde, proprio il celebre distretto della Ruhr si è trasformato da una delle zone più inquinate al mondo a metropoli artistica e innovativa, un modello che ha interessato enormemente la stessa Bagnoli, tanto che l’ispirazione potrebbe essere quella giusta. Come funziona esattamente il nuovo bacino della Ruhr? L’investimento è stato pari a 563 milioni di euro, denaro che consentito di creare posti di lavoro, monumenti industriali, musei, teatri, con il verde che si alterna idealmente con splendide testimonianze di archeologia industriale.