Industria vinicola: le varie tipologie di vasi vinari

DSCN2080I vasi vinari sono quei recipienti sfruttati dall’industria vinicola e destinati a contenere sia il mosto nel corso della fermentazione sia il vino, più precisamente per la sua conservazione e il trasporto. Essi vengono di solito costruiti con materiali molto differenti, vale a dire il legno, la muratura, il cemento armato, il vetro e le resine, solo per citare alcuni esempi. I vasi di legno (tino, botte e tino-botte) hanno una forma piuttosto variabile e le tipologie più pregiate sono fabbricate con il rovere di Slavonia.

Industria agricola: la semina in letto caldo

Con il termine “letto caldo” si identifica in ambito agricolo un cassone di tipo fisso oppure mobile, il quale viene realizzato di solito in legno o in muratura, ma anche coperto con dei vetri o del materiale plastico. Esso viene riscaldato andando a sfruttare il calore che è sviluppato dalle sostanze organiche in fermentazione, di solito rappresentate dal letame fresco. L’intensità di questa stessa fermentazione di cui si sta parlando, e quindi della temperatura, è in funzione dell’umidità e della quantità di aria che circola nella massa. L’aria viene regolata con la compressione dello strato e l’umidità con delle apposite irrorazioni a seconda delle necessità.

Industria agraria: l’utilizzo dei rodenticidi

L’industria agraria deve molto ai rodenticidi. Questi ultimi sono dei prodotti di origine naturale e di sintesi, ad azione prevalentemente antiparassitaria e che sono impiegati, come suggerisce anche il nome stesso, contro i roditori dannosi (in primis le talpe). Le distinzioni sono molto importanti in questo caso. In effetti, si deve parlare di ratticidi, topicidi e arvicidi per la precisione: essi sono sfruttati, rispettivamente, contro i ratti, i topi e le arvicole. I rodenticidi tendono ad agire in particolare per ingestione e i principi attivi sono caratterizzati da derivati della cumarina, dell’indadione, da solfato di tallio, da stricnina, da arsenito di sodio e da fosfuro di zinco solo per citare alcuni esempi molto interessanti.

Industria agricola: il sistema dei frangiventi

I frangiventi non sono altro che delle difese morte o vive utilizzate dall’industria agricola per la difesa delle colture dall’azione diretta del vento, come suggerisce appunto il nome: gli esempi tipici di difese morte sono quelli dei cannicciati e delle stuoie, mentre quelle vive sono ben rappresentate dai filari e dalle fasce di specie arboree diverse. Tra l’altro, queste stesse difese possono essere singole e quindi destinate a proteggere delle superfici piuttosto limitate, oppure caratterizzate da sistemi di frangivento e che interessano notevoli estensioni di territorio.

Industria agricola: l’olio di renoli

L’olio essenziale di neroli è un olio vegetale che viene utilizzato molto spesso dall’industria agricola: le sue tipiche caratteristiche sono quelle di essere incolore o al massimo giallastro. In effetti, esso viene estratto dai petali dei fiori di arancio amaro (il cosiddetto “Citrus Aurantium”), tramite una opportuna distillazione in corrente di vapore dai fiori colti chiusi o che si sono appena aperti. L’olio in questione, inoltre, contiene dell’antranilato di metile (per una percentuale compresa tra lo 0,4 e l’1%), ma anche nerolo, geraniolo, limonene, linalolo e acetato di linalile. Proprio per queste sue caratteristiche così peculiari, esso trova un largo impiego nell’ambito della preparazione dei profumi.

L’inquinamento industriale dei fitofarmaci

I fitofarmaci sono quelle sostanze che vengono impiegate in agricoltura contro le malattie delle piante provocate da virus, contro gli attacchi di parassiti animali e vegetali (insetti, acari, funghi e batteri in primis) e contro le piante infestanti. Il loro utilizzo, però, dà vita a un vero e proprio inquinamento industriale. Cerchiamo di capire in che modo. Ad esempio, si possono prendere in considerazione i diserbanti che, dal punto di vista quantitativo, sono i fitofarmaci più utilizzati in assoluto. Le piante infestanti crescono insieme a quelle utili, mescolandosi ad esse, e ne indeboliscono gravemente lo sviluppo: per contrastarle in maniera efficace si possono usare mezzi fisici, chimici e anche biologici.

La lavorazione industriale dell’olio d’oliva

Tutti conosciamo l’olio di oliva come grasso vegetale che si ottiene dalla spremitura delle olive, uno dei prodotti alimentari che caratterizzano e impreziosiscono la dieta mediterranea: ma come si lavora esattamente, a livello industriale, questo alimento? All’interno degli oleifici, si è soliti pulire, lavare e asciugare le olive stesse, le quali passano pari in maniera molto rapida alla successiva lavorazione. In una prima fase, quindi, esse sono sottoposte alla frangitura attraverso degli appositi molini a frantoi; la pasta che si ottiene in questo modo subisce dapprima una spremitura per mezzo di presse idrauliche, una operazione che consente di ricavare il cosiddetto “olio di prima pressione”. I residui vengono rimacinati e la pasta è nuovamente spremuta; si ricava così un olio che prende il nome di “olio di seconda pressione”.

Expo Paraguay 2011: le attività ufficiali fino al 24 luglio

Expo Paraguay è la mostra sudamericana che vuole dar voce alle industrie dei servizi e alle cooperative agricole del paese.

La piattaforma è davvero imponente e si è posta l’obiettivo di rinsaldare i rapporti tra gli espositori e i clienti: le mostre di bestiame, le esposizioni di animali e le varie attività ricreative sono il piatto forte di questa fiera che è cominciata due giorni fa e che terminerà il prossimo 24 luglio. Ovviamente, la città prescelta è la capitale Asuncion, ma cerchiamo di capire quali sono gli appuntamenti più importanti di queste due settimane. La giornata inaugurale è stata impreziosita da una rappresentazione artistica e culturale su gli eventi storici dell’industria paraguaiana.