Confindustria: disoccupazione e fuga dei giovani ostacolano la ripresa

L’Italia ha agganciato la ripresa ma stenta a decollare, e resta una outsider in Europa perché occupazione ed emigrazione non sono consoni a quelli che dovrebbero essere gli standard per una vera crescita economica.

È questa la sintesi degli studi di Confindustria, che ritiene la fuga di cervelli italiana un danno non indifferente per l’economia del nostro paese. Il centro studi dell’Eur segnala lati positivi nel nostro sistema economico, che deve però migliorare i dati sull’occupazione giovanile, che poi determinano la fuga dei giovani all’estero, con una doppia perdita per il sistema nazione. I dati della ripresa segnalano un’economia migliore rispetto al periodo iniziale della crisi, ma non miglioreranno se non si metteranno i giovani in grado di contribuire a questa crescita. Gli ordinativi italiani, in particolare nel settore manifatturiero, segnalano la ripresa in corso, ma rimangono poco solidi, come ha sottolineato anche Bankitalia, proprio a causa delle incognite in materia di politica economica nel nostro paese, che continua ad ignorare i valori della formazione e dell’integrazione dei giovani nel mondo del lavoro. Giovani che invece trovano all’estero grandi opportunità per dimostrare e contribuire alla crescita di una nazione, delle loro capacità. Poi mancano quelle regole severe in materia di reati finanziari, che rendono i mercati italiani sempre più anarchici e quindi ingiusti per la concorrenza, con le aziende migliori penalizzate.