Ilva: qualcosa si muove. Da tre anni

Qualcosa si muove sul fronte ILVA. Ad osservarlo sono fonti vicine all’Amministrazione Straordinaria dell’azienda, che in una nota pubblicata sull’agenzia di stampa Agi fanno sapere: “sino al 2014 sulla copertura dei parchi minerari era praticamente tutto fermo”. Mancava la copertura finanziaria, ma probabilmente anche la volontà e l’organizzazione.

In questi ultimi tre anni, invece, le cose sono cambiate. Dal 2014 in poi, sempre secondo le fonti citate dall’Agi: “si è poi snodato un iter che, sia pure nella sua complessità, è approdato al risultato complessivo di avere sia le autorizzazioni pronte, sia il progetto approvato con decreto del ministro dell’Ambiente, sia l’investitore che mette le risorse per fare l’intervento”.

Eppure, le polemiche che investono l’ILVA continuano a tenere banco sui media e nel dibattito politico. Ne è un esempio la foto pubblicata su Facebook dal governatore pugliese Michele Emiliano: un bambino con una maschera antigas. Nulla a che vedere con Taranto e con l’ILVA, ma una provocazione che non è piaciuta all’azienda. Anche perché, continua il comunicato: “L’Ilva in Amministrazione Straordinaria ha pagato anche gli oneri di urbanizzazione al Comune di Taranto e il decreto del ministro è un’autorizzazione a tutti gli effetti ottenuta grazie al meccanismo delle conferenze dei servizi. Tant’è – aggiungono le stesse fonti aziendali – che laddove non è stata seguita questa strada ma si è andati attraverso il Suap del Comune, vedi l’edificio per i filtri a manica dell’agglomerato, l’iter è stato ancora più complicato ed ha richiesto anche un passaggio in Consiglio comunale”.
Un impegno che non è mai mancato nonostante le numerose difficoltà: “Poi non dimentichiamo che affrontare tutta la parte preliminare alla copertura dei parchi, tra cui la caratterizzazione dell’area e la gestione dei cosiddetti fondi scavo, ovvero laddove si perfora il terreno per le analisi, non è stato per niente facile e solo l’ultimo Dpcm ha definitivamente sbloccato una serie di protocolli operativi che erano rimasti in sospeso. Infine – osservano sempre fonti vicine all’Amministrazione straordinaria – non dimentichiamo che Am Investco ha accettato il progetto che c’è già, e questo non comporterà altre lungaggini, mentre Acciaitalia proponeva un suo progetto, il che avrebbe comportato rifare l’iter burocratico“.