I leganti da costruzione: gesso, calci e cementi

I leganti da costruzione sono quei materiali che, opportunamente impastati con acqua e sabbia, formano delle masse semifluide (le cosiddette “malte”), le quali vengono impiegate per legare tra loro i vari materiali da costruzione, come ad esempio le pietre naturali e quelle artificiali: le malte hanno la caratteristica principale di indurire in maniera piuttosto lenta, facendo presa e formando una sostanza dura e resistente come una pietra. I principali materiali leganti che troviamo nel settore industriale sono il gesso, le calci e i cementi. Per quel che concerne il gesso, la materia prima è la pietra da gesso che, sottoposta a cottura a 120 gradi, si trasforma in gesso da presa; si tratta, come è noto, di una polvere biancastra da mescolare in uguale volume d’acqua per ottenere un legame adatto per gli ambienti interni.

La realizzazione del filato di cotone pettinato

Il filato non è altro che un insieme di fibre tessili unite, disposte in maniera parallela e ritorte in modo da formare un filo continuo da adoperare poi per la confezione di tessuti o altre applicazioni: una delle tipologie più interessanti è sicuramente quella del filato di cotone pettinato. Come lo si ottiene di preciso? La prima fase di questa procedura consiste nella cosiddetta “mischia”: in pratica, si punta a ottenere un filato che risulti sempre perfettamente omogeneo, distendendo moltissime balle di cotone sul pavimento e prelevando da esse le falde da immettere in una grossa macchina. Poi, il cotone viene inviato alle macchine di apertura. La seconda fase è proprio quella dell’apertura e consiste nella scomposizione dei fiocchi di cotone, una operazione necessaria per liberare gli stessi dalle eventuali impurità.

Lavorazioni tessili: le lane speciali

La lana è universalmente nota come la fibra che si ottiene dagli ovini: la finezza è la sua caratteristica più importante, visto che influisce sulla grossezza del filato ed è in base ad essa che si classificano le lane stesse in fini, medie e grosse. Vi sono comunque delle lane cosiddette “speciali” che vanno sicuramente analizzate nel dettaglio. Il cashmere, ad esempio, è la fibra che viene prodotta da una capra che vive sulle montagne dell’Himalaya e del Tibet, oltre che sugli altipiani della Mongolia. Il vello di questo animale, infatti, è costituito da peli più lunghi e ruvidi e si completa nella stagione invernale con un manto di lanugine corta e soffice, la futura fibra tessile.

Storia dell’industria tessile: il filatoio “bolognese”

Uno dei filatoi industriali più famosi nel nostro paese è passato alla storia come “bolognese”: si tratta, in realtà, di un errore, visto che venne sicuramente ideato e inventato nella città di Lucca nel XII secolo. Questa invenzione, inoltre, non può essere attribuita a una sola persone. Come accade spesso per le innovazioni tecniche e in particolare quelle di quel periodo, questo filatoio non fu altro che il frutto di una serie di successivi esperimenti e miglioramenti compiuti da abili artigiani, i quali, nelle loro botteghe, univano la pratica manuale alla riflessione teorica.

Industria del legname: i macchinari e i pannelli truciolari

Le moderne segherie e le industrie attive nella produzione e commercializzazione dei mobili si servono di diverse macchine per la lavorazione dei legnami: ognuna di esse presenta una specifica funzione, dunque bisogna distinguerle prevalentemente in base allo scopo precipuo. Quali sono i principali macchinari industriali in questo senso? Tra le tante che si possono elencare, figurano le piallatrici a filo, molto utili per dare una perfetta linearità alle tavole di legno, mentre le piallatrici a spessore vengono sfruttate soprattutto per riuscire a spianare in modo adeguato le tavole stesse o i listelli (in alternativa, esse servono anche per ridurre lo spessore complessivo).

Pelli e cuoio: lavorazioni e classificazioni industriali

Come è noto, la pelle di molti animali viene impiegata nell’industria tessile per confezionare calzature, articoli di abbigliamento, borse e valigie: per poter essere utilizzata, però, ha bisogno di alcune particolari lavorazioni, le quali prendono il nome di “concia”. La concia non è altro che il trattamento in grado di trasformare la pelle in cuoio, rendendola più morbida, elastica e resistente. La maggior parte delle pelli proviene dai bovini come il bue, il vitello e anche il bufalo, ma non bisogna dimenticare gli ovini e caprini (pecora, montone e capra), i suini e gli altri mammiferi (daino, cervo e camoscio in primis). Subito dopo la scuoiatura dell’animale, la pelle appare molto rugosa all’esterno, mentre all’interno è piuttosto viscida; si tratta della cosiddetta “pelle verde” o anche fresca, ma in commercio si possono trovare anche pelli conservate.

Le fibre sintetiche più importanti a livello industriale

Nell’ambito dell’industria tessile, le fibre sintetiche più importanti sono pressoché sconosciute ai più: una breve elencazione può consentire di comprendere di cosa si tratta e delle caratteristiche più comuni. Tre delle principali fibre sintetiche sono soprattutto il nylon, il perlon e il lilion. Si tratta, nello specifico, di fibre “poliammidiche”; il nylon è quella più conosciuta e diffusa, tanto da essere stata la prima che ha beneficiato della produzione a livello commerciale. Il sale di nylon, inoltre, viene prodotto mediante delle complesse reazioni chimiche, partendo da materie prime come il petrolio, il catrame e l’ammoniaca. Il sale, poi, viene disciolto in acqua e condensato in autoclave: in questo modo si ottiene un polimero sotto forma di nastro che viene raffreddato e frantumato in piccoli granuli.

Industria tessile: l’importanza del lino

Il lino è la fibra del fusto di una pianta annuale, di altezza variabile ma mai superiore al metro, con foglie strette e appuntite; dai suoi semi si ricava un olio molto importante e di uso antichissimo. Tra l’altro, il termine italiano “lenzuolo” deriva dal latino linteolum, diminutivo di linteum, il quale significa proprio “tessuto di lino”, a dimostrazione della stretta correlazione tra questa fibra e l’industria tessile. La raccolta del lino per fibra viene effettuata andando a estirpare le pianticelle, le quali sono poi fatte essiccare al sole. Il passo successivo è la battitura (detta anche “sgranellatura”) degli steli, in modo da separarne le capsule e le foglie. Un’ulteriore fase è quella della macerazione, operazione piuttosto delicata, visto che è dal modo con cui si conduce che deriva la valorizzazione dei pregi della pianta.

L’industria del tabacco nella Spagna di fine Ottocento

Nel 1884 l’impresario nordamericano James Duke acquisì il brevetto per una macchina industriale utile per la produzione di sigari: l’invenzione era di un certo James Bonsack e risaliva a tre anni prima. Le stime di quel tempo parlavano della produzione giornaliera di ben 125mila sigari che, confrontati con i tremila che potevano garantire i lavoratori manuali più rapidi ed efficienti, mettevano in luce un incredibile incremento di produttività. Questo stesso aumento, inoltre, unito alle possibilità di standardizzazione e di impacchettamento della Bonsack Machine, rivoluzionò in maniera completa l’industria del tabacco.

Le caratteristiche della saldatura di testa a pressione

La saldatura di testa a pressione può essere distinta in due specifiche categorie: si tratta della saldatura a resistenza e di quella a scintillio. Entrando maggiormente nel dettaglio della saldatura di testa a resistenza, c’è da dire che i due pezzi sono tenuti in delle morse, di cui una soltanto è mobile, per poi essere premuti uno contro l’altro. Il passaggio della corrente elettrica riesce a generare una sorta di riscaldamento, specialmente per la resistenza di contatto tra le superfici. Una volta che è stato raggiunto lo stato plastico, si mantiene la pressione delle morse fino alla forgiatura della giunzione, mentre si toglie la corrente. Per la ricaricatura, invece, si ha un rigonfiamento della zona di unione, il quale viene poi eliminato con un’apposita mola.