Lavorazione dei metalli: il processo di estrusione

Le lavorazioni plastiche e il taglio delle lamiere in ambito industriale prevedono una serie di fasi molto importanti, come ad esempio la trafilatura e la laminazione: che cos’è invece l’estrusione? Questa lavorazione consiste essenzialmente nel far passare un metallo che si trova allo stato plastico attraverso una matrice di forma determinata. Essa viene applicata solitamente alla maggior parte dei metalli di tipo non ferroso in modo da ottenere delle barre, dei tubi e dei profilati vari. Gli elementi essenziali in questo caso sono quattro, vale a dire la matrice, il mandrino, il lingotto e la barra estrusa. I materiali in questione vengono considerati plastici per l’estrusione stessa quando vi sono delle pressioni comprese tra le tre e le cinque tonnellate per centimetro quadro.

Metallurgia: il ruolo dei convertitori

Il convertitore che viene utilizzato in ambito metallurgico ha una forma tutta particolare, piuttosto simile a una specie di rombo: il materiale con cui viene realizzato è refrattario e rivestito di lamiera, inoltre esso è girevole intorno a un asse orizzontale. Una volta che è stata introdotta la ghisa liquida alla temperatura di 1.300 gradi, il convertitore stesso si dispone con l’asse verticale, mentre dal fondo bucherellato viene immessa una corrente di aria a 2,5 atmosfere, la quale ha il compito di rimescolare in maniera opportuna il liquido e di bruciare il silicio, la manganese, lo zolfo, il fosforo, il carbonio e anche un po’ di ferro. Alla fine, poi, vi si aggiunge una certa quantità di ghisa manganesifera in modo da dare il voluto tenore di carbonio ed eliminare al contempo l’ossido di ferro che si è venuto a formare a causa della corrente d’aria in questione.

Lecce, entra nel vivo il progetto per la zona industriale

I principali settori industriali della città di Lecce sono soprattutto quello agricolo (cereali, olio e vino), quello dell’artigianato e quello dell’edilizia: la zona industriale del capoluogo pugliese è al centro di grandi attenzione proprio in questo momento, visto sono stati avviati i lavori per il nuovo asse di spina. Si tratta di un progetto piuttosto interessante e che prevede come obiettivo principale quello di recuperare dal punto di vista funzionale l’insediamento produttivo. I lavori veri e propri verranno svolti da Edilcostruzioni e richiederanno un arco di tempo pari a diciotto mesi circa: a quel punto, quindi, i cantieri verranno chiusi e si potrà garantire un nuovo assetto infrastrutturale.

Generatori di vapore: il tiraggio forzato

Il tiraggio forzato è senza dubbio indispensabile per le temperature più basse dei fumi, ma anche per altre casistiche interessanti: ad esempio, quando le altezze dei camini sono insufficienti o quando la combustione è molto attiva, senza dimenticare l’impiego dei cosiddetti “combustibili minuti”. Il tiraggio in questione, comunque, può anche essere aspirato. In tal caso, esso si ottiene andando appunto ad aspirare i fumi alla loro uscita dall’apparecchio di utilizzazione o per mezzo di un getto di vapore che viene prelevato dalla caldaia (locomobili e locomotive), o ancora per mezzo di appositi ventilatori (si parla più propriamente di tiraggio “meccanico”).

Memoria diffusa, a Milano trionfa l’archeologia industriale

Gli scorci più antichi di Milano, quelli dimenticati, ma un tempo essenziali tornano a vivere grazie a “Memoria diffusa”: si tratta della manifestazione che vuole celebrare in maniera degna la memoria partecipata e che ha preso il via proprio oggi per durare fino al prossimo 30 ottobre. Questo festival verrà sicuramente incontro alle esigenze degli appassionati di archeologia industriale, visto che tutti quei parchi agricoli e industriali, oltre alle varie periferie che non sono conosciute come i luoghi più celebri riceveranno una grande attenzione in questi giorni. Il programma prevede delle tappe molto interessanti: ad esempio, ci si potrà addentrare nell’antica Fonderia Napoleonica Eugenia, il vero e proprio fulcro dell’industria metallurgica, ma non solo.

Macchine idrauliche industriali: le pompe ad elica

Le pompe ad elica rappresentano una delle macchine idrauliche più importanti in ambito industriali: come funzionano esattamente? L’elica viene sfruttata in quanto il suo movimento rotatorio è in grado di produrre la traslazione assiale dell’acqua. Quest’ultima, quindi, viene trascinata in parte in rotazione dalla ruota, in modo che l’avanzamento reale è inferiore rispetto al passo (il cosiddetto “regresso”). L’inconveniente in questione può essere comunque attenuato attraverso l’utilizzo d pale direttrici fisse che precedono (distributore) e seguono (diffusore) l’elica stessa.

Italia e Mongolia rafforzano la loro partnership industriale

Diversi settori industriali stanno per rendere ancora più proficua e intensa la collaborazione tra due paesi che non sembrano avere molto in comune, vale a dire l’Italia e la Mongolia. In realtà, il nostro paese, più precisamente il Ministero dello Sviluppo Economico, ha deciso di intensificare i legami relativi a vari comparti, come ad esempio quello agroindustriale, il tessile, la lavorazione delle pelli, il settore energetico e quello delle terre rare (si tratta appunto di giacimenti non molto diffusi, quali l’ittrio, lo scandio, il promezio e l’europio). Come verrà a svilupparsi questa fondamentale partnership? Oltre a Paolo Romani, titolare del già citato dicastero di Via Veneto, l’intesa è stata sottoscritta anche dal ministro per l’Agricoltura e l’Industria Leggera dello stato asiatico, una delle economie più promettenti del continente, tanto che stanno fioccando da tempo le emissioni finanziarie di banche che intendono concentrarsi sulla crescita della patria di Gengis Khan.

Organi meccanici industriali: il giunto cardanico

I giunti meccanici industriali possono essere di diverso tipo (ad anelli, a dischi, Sellers, Zodel, elastico e Periflex), ma un discorso a parte lo merita sicuramente quello cardanico. Di cosa si tratta esattamente? Il compito che assolve questo specifico organo è quello di consentire la trasmissione tra due alberi che non sono allineati tra di loro; nello specifico, questi ultimi formano un certo angolo, il quale può essere costante o anche variabile durante il moto. In pratica, tale giunto viene ad essere composto da una croce a bracci uguali che sono disposti ad angolo retto e che portano ciascuno un perno alla propria estremità.

Archeologia industriale: l’Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Bivongi

L’archeologia industriale del nostro paese è davvero variegata, ma vi sono regioni ricche di testimonianze davvero significative: è il caso della Calabria e non è un caso che proprio di recente sia stato proiettato il documentario “Reggio e la belle époque: archeologia industriale calabrese”. Le industrie del nostro Mezzogiorno sembrano quasi essere state dimenticate dalla storiografia ufficiale, ma in realtà c’è molto da scoprire. La Calabria, in cui il settore primario ha sempre avuto un ruolo preminente, vanta un Ecomuseo di archeologia industriale molto interessante. Si tratta, nello specifico, dell’Ecomuseo delle Ferriere e delle Fonderie, il quale ha il compito di dimostrare la vocazione industriale di questa regione meridionale.

I lubrificanti più diffusi per i motori industriali

I motori industriali necessitano sia di combustibili che di lubrificanti. Questi ultimi, in particolare, possono essere suddivisi in oli a base minerale e oli a base vegetale: gli oli minerali greggi vengono estratti appunto dal petrolio come ultimo prodotto della distillazione oltre i 360 gradi, oppure da scisti di tipo bituminoso. Con la raffinazione, inoltre, sono eliminate le sostanze peciose a mezzo di acido solforico e gli acidi organici a mezzo di soda; i lavaggi con l’acqua calda, i filtraggi su le terre speciali, la sottopressione e la centrifugazione riescono ad asportare l’acidità e le sostanze che si trovano in sospensione. Ulteriori progressi sono stati ottenuti mediante l’impiego di additivi, i quali sono miscelati all’olio minerale base in percentuali variabili.