Adi e Bocconi unite dai nuovi incontri sul design industriale

L’Associazione per il Disegno Industriale (Adi) ha trovato nell’università milanese della Bocconi l’alleato ideale per diffondere e far conoscere la cultura imprenditoriale: in pratica, la stessa associazione e l’ateneo lombardo hanno deciso di avviare una serie di incontri e seminari per discutere proprio di questo argomento, in modo che tutti possano approfondirlo, dal semplice studente fino al professionista più esperto. Questi stessi incontri andranno a far parte integrante di un corso di laurea della Bocconi, quello in Economia e Management per Arte, Cultura e Comunicazione, oltre al relativo e successivo corso di laurea magistrale. Il ciclo in questione si intitola “Impresa Docet 2011-2012” e rappresenta la seconda volta in assoluto in cui l’Adi si cimenta in una esperienza simile.

Per la precisione, l’intera organizzazione spetta ai due enti che sono coinvolti e dovrebbe ricalcare piuttosto fedelmente il modello dell’unico precedente, quello tenuto presso il Politecnico di Milano, il quale ha consentito a moltissimi soggetti di apprendere quali risultati sono stati ottenuti dalle imprese per quel che concerne il disegno industriale del nostro paese. Si può quindi comprendere l’importanza di questa iniziativa. Come verrà strutturato di preciso questo corso così interessante? L’Adi Impresa Docet prevede che in due ore di tempo venga data la possibilità a ogni azienda o impresa di presentare la propria esperienza industriale: questo compito spetterà ovviamente a un rappresentate della stessa, il quale si rivolgerà a un’ampia platea, composta da studenti, professionisti e anche appassionati.

In aggiunta, sarà possibile dialogare grazie alla opportuna moderazione di un docente della Bocconi, così da concentrare l’attenzione sulle strategie e le misure che hanno portato l’impresa ad avere successo. Secondo il Dipartimento Imprese dell’associazione, i designer italiani sono stati in grado di dare l’impulso giusto all’economia nel corso degli ultimi sessanta anni, quindi se anche i giovani riescono a comprendere questo ruolo importante si può sperare in futuro altrettanto positivo.