Gli apparecchi utilizzati per la filtrazione industriale

Sono davvero moltissimi i filtri che vengono utilizzati a livello industriale. Un esempio molto interessante è offerto senza dubbio dai filtri per liquidi: in tutti casi, la torbida (il fluido da filtrare) si muove per effetto di alcune forze direttrici, le quali possono essere quella centrifuga, quella di gravità o anche un gradiente di pressione. Di conseguenza, a seconda della natura della forza che provoca la filtrazione stessa, si possono avere: i filtri a gravità, i filtri centrifughi, i filtri a pressione e quelli sottovuoto. I filtri a pressione, in particolare, sono quelli nei quali in genere la torbida viene sospinta mediante una pompa. Nei filtri a pressione, invece, il gradiente di pressione realizzabile è maggiore e consente di accelerare il processo di filtrazione, ma favorisce anche la costipazione del panello che tende a diventare meno permeabile.

Riguardo alla condotta della filtrazione, i filtri in questione possono essere continui (soltanto i filtri a vuoto) o discontinui (a pressione o sottovuoto). I filtripressa, al contrario, sono dei filtri discontinui che funzionano a pressione. Se ne hanno di due tipi, ovvero a camere e a telai. Fra tutte le tipologie con cui si può avere a che fare, questi sono quelli che, a parità di superficie filtrante, hanno un ingombro decisamente minore.

Il filtripressa a camere sono costituiti da un sistema di piastre, quadrate o circolari, forate al centro e provviste lungo il perimetro e su entrambe le facce di un bordo rialzato, così che, quando le piastre sono a contatto, fra di esse risultano delle camere. Le tele filtranti, forate nella parte centrale, vengono disposte sulla superficie delle piastre in modo che i fori si corrispondano e, attraverso il foro centrale, vengano fissate mediante degli appositi bulloni forati. In questa maniera, le parti solide si depositano sulle tele, mentre il liquido discende attraverso i canali, raggiunge i rubinetti e si scarica in un collettore.