Archeologia industriale: le Fornaci Italiane di La Spezia

Se anche Napoleone Bonaparte ha voluto eleggere il Golfo di La Spezia come il più bello al mondo ci sarà un motivo più che valido: eppure, il capoluogo ligure può vantare delle bellezze anche al proprio interno, le quali hanno però finito con l’essere dimenticate o lasciate al loro destino. È il caso dell’antica sede delle Fornaci Italiane, uno splendido esempio di archeologia industriale, un pezzo di storia che in molti sono arrivati addirittura a paragonare a una splendida cattedrale. Questo vecchio stabilimento ha beneficiato del suo massimo fulgore soprattutto all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, quando era necessario come non mai ricostruire una città devastata dagli eventi bellici e l’impianto in questione veniva sfruttato a pieno regime per la produzione di mattoni e laterizi.

Le condizioni attuali dell’edificio non sono delle migliori, anzi viene utilizzato per scopi ben diversi da quelli del suo passato, tanto da essere stato “degradato” a semplice deposito per i materiali del cantiere vicino, il quale viene gestito dall’Anas. Non c’è proprio speranza per le fornaci spezzine? A dire la verità esiste un importante progetto per la riqualificazione della struttura, con i suoi tipici mattoni di colore rosso che potrebbero tornare a risplendere nuovamente. Tutto dipenderà dall’impegno che sarà profuso; la società a responsabilità limitata Insediamenti Produttivi Antoniana è la compagnia che al giorno d’oggi può vantare la proprietà dello stabilimento industriale e di tutta la zona limitrofa, quindi dipenderà da questa azienda una buona parte della riqualificazione stessa.

In aggiunta, visto che si sta completando il collegamento tra tale zona e il resto della provincia, i piani da realizzare potrebbero anche essere diversi, ma ugualmente utili. Ad esempio, si parla anche di un riutilizzo a fini commerciali, ma anche le attività produttive dovrebbero essere prese in considerazione. L’attrazione di nuovi investimenti privati sarà più che determinante, denaro di cui l’archeologia industriale ha spesso un disperato bisogno.