Archeologia industriale: il Villaggio Crespi d’Adda

Non è un caso che il Villaggio Crespi d’Adda sia patrimonio dell’Unesco: questo sito industriale è una vera e propria città operaia e la sua storia merita di essere approfondita e analizzata. Crespi d’Adda, infatti, è una frazione del comune di Capriate San Gervasio ( ci troviamo nella provincia di Bergamo per la precisione). È proprio qui che i Crespi, una famiglia di industriali cotonieri della Lombardia, decise di istituire il villaggio in questione nell’Ottocento, un luogo ideale per il lavoro che avrebbe accostato il vicino impianto tessile, lungo le rive del fiume Adda per l’appunto.

Il padrone della fabbrica fece sorgere tutto questo praticamente dal nulla, una soluzione abitativa molto importante e interessante per i dipendenti e le loro famiglie. In effetti, ogni singolo lavoratore poteva avere a disposizione una casa propria, con tanto di orto, giardino e vari servizi. Le case operaie sono attualmente ancora abitate, mentre l’industria vera e propria è dismessa ormai da qualche anno. Ogni anno il sito viene visitato da moltissimi storici, studiosi e appassionati di archeologia industriale. Il microcosmo realizzato in tale maniera consentiva al padrone della fabbrica di essere una sorta di “re”, provvedendo ai bisogni dei suoi dipendenti, sia dentro che fuori l’impianto. Il villaggio era abitato ovviamente soltanto da chi prestava la propria attività all’interno dell’opificio, tanto che la vita della comunità si svolgeva seconda i ritmi di quest’ultimo.

Le visite guidate sono possibili tramite una prenotazione, mentre quelle domenicali sono destinate ai singoli, alle coppie e alle famiglie, con l’iscrizione che avviene sul momento. L’aspetto urbanistico del villaggio è senza dubbio uno dei più interessanti: in effetti, queste case operaie sono di ispirazione inglese e allineate in modo ordinato verso la parte orientale della fabbrica, lungo delle strade parallele. Inoltre, le alte ciminiere e i capannoni dell’opificio tessile sono chiaramente visibili da ogni punto, senza dimenticare la varietà di stili architettonici.