Brianza: un polo formativo per il distretto industriale del mobile

La Brianza, più precisamente il suo distretto industriale del mobile, potrà beneficiare di un polo appositamente e interamente dedicato alla formazione: il progetto in questione è stato lanciato e perfezionato grazie a una collaborazione strategica, vale a dire quella della FederlegnoArredo (l’associazione che tutela la filiera industriale che va dalla lavorazione della materia prima fino alla produzione di arredamenti) e dell’Associazione Scuole Lavoro Alto Milanese. Di cosa si sta parlando esattamente? In pratica, l’obiettivo specifico è quello di dar cita al cosiddetto “Polo formativo per i mestieri del Legno Arredo”. La denominazione in questione è stata scelta per far comprendere come si darà molta importanza agli insegnamenti e soprattutto al fabbisogno costante di occupazioni da parte delle aziende e delle imprese della filiera.

La proposta, inoltre, ambisce anche a ricercare una sorta di riavvicinamento tra tutti i mestieri del settore e i soggetti più giovani che si trovano in questo vasto territorio della Lombardia. Una spiegazione chiara e dettagliata del polo è giunta ovviamente dalla stessa federazione. Secondo FederlegnoArredo, infatti, si sta parlando di un progetto che vuole soddisfare una esigenze ben precisa, ovvero quella di rispondere alle crescenti richieste degli ultimi tempi da parte degli imprenditori della zona: in pratica, questi ultimi hanno bisogno di figure sempre più specializzate, in primis falegnami, tappezzieri, verniciatori e altri operai, in modo da avere qualifiche accertate e approfondite per poi andare a controllare gli impianti industriali.

Ogni settore va quindi perfezionato, anche perché le conoscenze di tutte queste occupazioni e mestieri risultano essere piuttosto inadeguate, mentre invece andrebbe diffusa una cultura maggiore, tra i più giovani e non. Quale sarà pertanto l’offerta del polo brianzolo? La formazione sarà suddivisa in vari livelli, con dei percorsi “superiori” (due anni dopo il diploma, ma solo a partire dal 2013), una formazione di base (inserimento dei giovani nel lavoro) e una formazione permanente e continua.