Come si esegue la ribaditura dei chiodi

La ribaditura dei chiodi può essere effettuata a mano oppure a macchina. Per la ribaditura di tipo manuale si può impiegare ovviamente il comune martello, servendosi al tempo stesso di stampo e controstampo; in alternativa, è possibile sfruttare i martelli pneumatici e quelli elettrici. Una volta che è stata eseguita la tracciatura, è necessario perforare le lamiere con delle punte elicoidali adatte; si procede poi col ripassare i fori tramite l’alesatore e con il pulire in modo molto accurato le superfici a contatto.

Il passaggio successivo è quello della imbastitura con dei bulloni muniti di larghe rondelle. In seguito, è possibile passare alla ribaditura vera e propria, tenendo fissa con il controstampo la testa del chiodo e ricalcandone il gambo, al fine di formare la seconda testa mediante lo stampo e il martello. Si comprende, quindi, come per eseguire la ribaditura dei chiodi è necessario che le strutture da unire siano accessibili da entrambi i lati. Proprio per evitare tale inconveniente, è stato ideato il procedimento denominato di “chiodatura per esplosione”. In pratica, la seconda testa viene a formarsi facendo esplodere letteralmente una piccola carica che si introduce in una cavità del gambo del chiodo.

L’esplosione a cui si sta facendo riferimento, inoltre, si ottiene andando a riscaldare in maniera elettrica e a 130 gradi la prima testa per un tempo di circa 2-3 secondi. Per quel che concerne le costruzioni aeronautiche e quelle automobilistiche, al contrario, la chiodatura in zone accessibili da un solo lato si svolge in genere con dei rivetti cavi: nel dettaglio, si procede all’introduzione del chiodo, contenente una spina apposita, dalla parte accessibile della lamiera; poi, con un attrezzo pneumatico si opera una trazione sulla spina, la quale deforma il ribattino cavo, formando così la seconda testa. Dopo la ribaditura, infine, si leviga la testa del chiodo per mezzo di una semplice fresetta.