I condensatori a miscela e a superficie

I condensatori sono quei macchinari che servono per ridurre la pressione di scarico dei motori a vapore, aumentando il salto termico che è disponibile nel motore.

Possiamo distinguere in questo caso i condensatori a miscela e quelli a superficie. Un elemento essenziale in tal senso è rappresentato sicuramente dal “grado di vuoto”, il quale altro non è che il rapporto tra la depressione e la pressione assoluta esterna: esso si esprime in percentuale, quindi nel caso di un rapporto che equivale a 0,9, allora avremo un grado di vuoto del 90%. Nei condensatori a miscela il vapore di scarico giunge in una camera in cui è investito da un getto di acqua fredda finemente polverizzata e si condensa mescolandosi con l’acqua di raffreddamento.

Le pressioni più adatte per questi macchinari sono quelle comprese tra 0,1 e 0,08 chilogrammi per centimetro quadro e ogni qual volta non sia conveniente o possibile la riutilizzazione del condensato, a causa della presenza in esso di lubrificante o di altre sostanze. I condensatori a superficie, invece, sono usati per le macchine marine, per i grandi impianti e per l’elevato grado di vuoto. Il vapore viene a condensarsi in un grande corpo cilindrico, lambendo il fascio di tubi percorso internamente dall’acqua.

La superficie che è necessaria per condensare un chilogrammo di vapore è funzione della velocità dei due fluidi (specialmente dell’acqua di raffreddamento) e dello stato delle superfici; bisogna poi adottare delle disposizioni opportune dei tubi in modo che vengano bagnati quanto meno è possibile del condensato. In conclusione, non si possono dimenticare gli apparecchi ausiliari: nei condensatori a miscela, l’aria entra nella macchina con l’acqua di raffreddamento che la contiene disciolta. Vi si aggiunge anche l’aria che entra dai giunti. Tutta l’aria da estrarre si valuta fino a due grammi per chilogrammo di vapore condensato: conoscendo il consumo di acqua si potrà infine calcolare la pompa di estrazione.