L’industria manifatturiera americana è in crescita

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Crescita nel settore manifatturiero americano grazie ai miglioramenti della produttività e a uno sviluppo energetico che aumenta le esportazione e il rimpatrio di servizi e attività industriali. Una crescita che dovrebbe aumentare ancora e creare sia utili che occupazione.

La nuova marcia di crescita delle aziende manifatturiere americane, secondo le previsioni degli esperti, promette di migliorare ancora, dovrebbe portare alle creazione di cinque milioni di posti di lavoro entro il 2020. Un numero decisamente interessante che porterebbe a una riduzione del numero dei disoccupati. A oggi il tasso dei senza lavoro in Usa è pari al 7,4 per cento e se la crescita venisse confermata, potrebbe diminuite di due o tre punti percentuali.

Non solo: se la crescita continua in questa direzione potrebbe esserci il risanamento, almeno parziale della piaga della deindustrializzazione: basti pensare che a oggi l’industria manifatturiera americana impiega cinque milioni in meno di persone rispetto a vent’anni fa.

Uno studio condotto dal Boston Consulting Group sulla crescita di questo settore, intitolato “Made in America, Again. Behind the American Export Surge”, spiega:

Gli Stati Uniti stanno diventando più competitivi a livello globale. L’America sta catturando anche le esportazioni di altri Paesi. Aziende giapponesi ed europee vengono a produrre qui, sia per il mercato locale che per l’export, da Siemens con turbine a gas destinate all’Arabia Saudita a Rolls Royce che produce componenti per motori aerei. Gli Stati Uniti sono ormai diventati uno dei paesi sviluppati a più bassi costi.

Lo studio contiene anche delle previsione relative all’occupazione, e parla di almeno 2,5 milioni, se non di più, di posti di lavoro in più entro fino decennio, e sottolinea il fatto oltremodo positivo che l’inizio della crescita sia avvenuto già adesso fato che gli esperti lo prevedevano per il 2015.

A confermare la ripresa manifatturiera è la bilancia commerciale che ha registrato nel primo semestre del 2012 una diminuzione nel decifit statunitense nei beni manifatturieri pari a 2 miliardi di dollari.

 

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