Cultura industriale: Qingdao punta su copyright e lavori creativi

A Qingdao, città sub-provinciale della Cina, si sta pensando seriamente a un copyright internazionale e a un parco improntato a una cultura industriale creativa: l’obiettivo principale in questo caso è quello di promuovere degli intensi scambi di diritti d’autore tra lo stesso ex Impero Celeste, il Giappone e la Corea del Sud, oltre a una maggiore integrazione globale tra le varie risorse, come ha anche sottolineato il Qingdao International Copyright Trade Center. Quest’ultimo non è altro che il centro che provvede alla verifica, alla registrazione, alla transazione, alla protezione e anche al finanziamento economico dei diritti di proprietà individuale e dei lavori che vengono definiti come “creativi”.

Tra l’altro, esso può anche vantare accordi molto importanti e strategici con una trentina di compagnie locali attive nell’ambito dell’informativa e dell’animazione. Il numero uno del Trade Center, An Bo, ha spiegato come il programma di database che si ha a disposizione è in grado di coprire quasi tutte le categorie di cultura industriale, tra cui non si possono dimenticare le opere audio-visive, quelle di intrattenimento, i giochi a tematiche anime, la cyber-cultura, il turismo culturale, la pubblicità e le arti in genere. Lo stesso An ha anche sottolineato come molti progetti e lavori facciano il loro accesso al mercato globale proprio attraverso questa struttura, un merito senza dubbio.

In aggiunta, si sta puntando con decisione al primo expo dell’industria del copyright cinese, focalizzando l’attenzione sempre sui mercati menzionati in precedenza, vale a dire quello giapponese e quello coreano. D’altronde, la storia di Qingdao parla chiaro. Nel 1984, infatti, venne creata proprio qui una Zona Economica Speciale, un distretto che ha consentito alla città di espandere diversi settori, industriali e non: il suo porto, inoltre, il più importante dell’intera provincia, beneficia degli investimenti stranieri e del commercio internazionale (ben trentamila cittadini della Corea del Sud risultano essere residenti qui).