Dispositivi di sostegno: le pinze di chiusura e avanzamento

Il primo dispositivo che può essere spiegato nel suo funzionamento è la pinza per l’avanzamento e la chiusura della barra. Queste pinze vanno scelte con estrema cura, in particolare prestando la massima attenzione al diametro e al profilo della barra stessa: la distinzione comunque riguarda due tipologie specifiche, vale a dire le pinze di chiusura e quelle per l’avanzamento. Nel primo caso, il dispositivo agisce per trazione oppure per compressione, tutto dipende ovviamente dalla categoria delle costruzioni; esse sono capaci di bloccare la barra entro il mandrino. Le pinze per l’avanzamento, invece, provvedono appunto a far avanzare la barra nel momento in cui la pinza di chiusura è ancora aperta, ritornando poi nella posizione primitiva andando a scorrere sulla barra.

In tali macchine, inoltre, vengono utilizzate delle teste che sono riportate all’estremità del mandrino entro le quali si vanno a inserire per la chiusura della barra gli elementi del tipo (si tratta solitamente di una pinza di forma conica). C’è un’ulteriore ipotesi, vale a dire quella in base a cui le pinze presentino delle ganasce che sono riportate mediante viti o altro: in questo caso, il ricambio avviene al variare delle barre e solamente in relazione alle ganasce. Fondamentale, poi, è il fissaggio dei pezzi nei lavori su autocentrante. In genere, i pezzi vengono fissati sull’autocentrante a tre morsetti con le ganasce riportate.

Queste ultime vengono aggiustate in relazione a quelle che sono le dimensioni del pezzo con l’autocentrante sotto sforzo (le possibilità sono sostanzialmente due, ovvero con anello o cilindro, bloccati fra i morsetti a seconda che si tratti di fissare con un movimento verso l’esterno o verso l’interno). Nel caso in cui vi siano, infine, dei pezzi greggi, allora le ganasce sono provviste di denti; nei casi in cui non sia conveniente l’autocentrante, si adoperano dei dispositivi speciali, i quali realizzano il fissaggio mediante un movimento longitudinale.