Due giorni per scoprire l’archeologia industriale di Bologna

Il 27 e il 28 ottobre prossimi saranno due giornate molto significative per scoprire meglio la città di Bologna e il suo territorio: si tratta, infatti, di appuntamenti fondamentali per concretizzare degli itinerari a tema, tanto è vero che sono state predisposte addirittura sessanta possibili scelte, anche per quel che riguarda la provincia circostante. Anche i lati meno conosciuti e famosi del capoluogo emiliano potranno dunque essere svelati. Una delle tante proposte è quella che ha a che fare con l’archeologia industriale felsinea.

In particolare, si è scelto di far conoscere alla gente i luoghi nascosti della produzione: nello specifico, Bologna racchiude all’interno del suo territorio molte tracce archeologiche di spessore, le quali testimoniano in maniera perfetta la sua storia produttiva, molto interessante e ricca già dagli anni del Medioevo. Si tratta di tre ore di itinerario per un totale di tre chilometri, facendo partire il tutto dal Portico della Chiesa di Santa Maria e San Valentino della Grada. Quali sorprese può riservare in tal senso Bologna? Qui è attivo un importante Museo del Patrimonio Industriale, spesso in prima linea nel proporre visite guidate alla scoperta dell’archeologia industriale, sfruttando soprattutto il Canale di Reno.

Un esempio lampante è il sistema idraulico artificiale che venne fatto funzionare a partire dal 1100, con le varie condotte e chiuse che hanno caratterizzato i torrenti e i canali, consentendo di distribuire l’acqua in molte zone della città. Lungo lo stesso Canale di Reno si trovano altre testimonianze di estremo spessore. Tra gli esempi principali si può citare immediatamente la vecchia Pellacaneria, una struttura che veniva sfruttata per conciare le pelli (si trova in via della Grada); in aggiunta, l’elenco in questione può essere completato dai mulini che caratterizzavano il canale delle Moline tra il ‘500 e l’inizio del secolo scorso e le mura cittadine in cui erano attivi molti mulini da seta (la tecnologia di questi ultimi viene riprodotta molto bene dal museo citato sopra).