Gli errori più comuni nelle verniciature

L’impiego non corretto delle vernici industriali può produrre come risultato una superficie piena di difetti. Gli errori tipici in questo caso sono diversi, ma possono essere evitati facilmente, in particolare dopo avere individuato le cause che li hanno provocati. Uno strato di vernice di spessore non uniforme, ad esempio, può dipendere dal prodotto che è troppo vecchio o dalla temperatura dell’ambiente di lavoro, superiore ai trenta gradi centigradi o inferiore ai diciotto: in alternativa, tutto questo può essere causato anche dalle correnti d’aria oppure dalla esposizione fin troppo diretta ai raggi del sole.

Una verniciatura opaca che diventa di colore grigio, al contrario, può dipendere in primis dalla mancanza della mano di fondo, ma non è detto che sia stata causata dal fondo che non è stato lasciato asciugare in modo completo, senza dimenticare la temperatura dell’ambiente inferiore rispetto al limite dei già citati diciotto gradi. Inoltre, può anche accadere che appaiano dei pori aperti e dei piccoli “crateri”: ciò sta a significare che la vernice è troppo fredda, oppure che la temperatura dell’ambiente è eccessivamente bassa. Le verniciature con la superficie non regolare, poi, si hanno quando lo strato è sottile o la pittura risulta essere troppo densa, vale a dire quando la vernice non è stata diluita in modo sufficiente (l’altro nome con cui è conosciuto questo fenomeno è quello di “buccia d’arancia”).

Sulla superficie verniciata si formano delle screpolature anche quando lo strato è fin troppo spesso o la superficie del legno non è stata preparata con cura: l’inconveniente in questione può dipendere dalla mano di fondo non perfettamente asciutta. Lo strato di vernice si increspa se la verniciatura è stata eseguita su un solo lato di un pannello molto sottile. Infine, se lo strato risulta rovinato, significa che si sono utilizzati sulla superficie a cui si sta facendo riferimento dei detergenti di tipo chimico.