L’evoluzione industriale della zangola

zangolaNonostante possa sembrare un macchinario industriale del passato, la zangola viene sfruttato in maniera proficua dal settore agricolo. Si tratta, infatti, dell’apparecchio che viene impiegato per trasformare la crema in burro. Varie sono le tipologie con cui si può avere a che fare, dunque si possono descrivere nel dettaglio. Anzitutto, nella zangola fissa, la quale è costituita e caratterizzata da una piccola botte generalmente in legno di quercia, la crema viene sbattuta dalle palette di un agitatore: quest’ultimo è mosso a sua volta da una manovella oppure da un motore elettrico.

Con il moto manuale, la capacità di lavoro orario arriva fino a dieci o quindici litri, mentre quando si sfrutta il motore si possono raggiungere risultati ancora migliori, vale a dire fino a un massimo di 150 litri per la precisione. C’è poi la zangola mobile, le cui forme sono variegate. In questo caso la crema tende a essere sbattuta dal movimento del recipiente in questione: la velocità di rotazione è pari a circa quaranta-cinquanta giri al minuto. Tra l’altro, le zangole sono provviste di una apposita apertura per l’introduzione della crema e di un foro con rubinetto per la fuoriuscita del latticello e dell’acqua con cui si lava il burro.

Gli impianti industriali si sono progressivamente modernizzati, come è normale che sia, al giorno d’oggi la zangolatura e la impastatura del burro sono svolte e perfezionate con la stessa macchina, ovvero la cosiddetta zangola-impastatrice. È abbastanza raro incontrare delle zangole oggi, visto che ormai questi apparecchi sono stati soppiantati dal burro di produzione industriale: più che altro, si tratta di un residuato delle cascine agricole del nostro paese, una usanza che è rimasta intatta fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, soprattutto nelle regioni del Nord. Un’ultima curiosità: la capitale del Kirghizistan, Biskek, significa proprio zangola nella lingua locale, dato che si fa riferimento a quella usata per produrre la bevanda nazionale, il kumis.