Fertilizzanti chimici: il guano

Nell’ambito della chimica industriale, il guano è quel concime naturale che deriva dal progressivo accumulo delle deiezioni e dei cadaveri di uccelli marini, in particolare lungo il litorale del Sud America in prossimità dell’Oceano Pacifico (i paesi coinvolti sono, nello specifico, il Cile, il Perù, l’Ecuador e la Colombia) e le isole vicine, ma lo si può trovare con una certa semplicità anche nell’Africa australe e in alcune parti del continente asiatico. Volendo essere ancora più precisi, questa specifica denominazione va attribuita anche a diversi prodotti fertilizzanti naturali e di origine organica.

Il guano si presenta in genere come una materia molto untuosa, dal colore giallastro, molto più leggera rispetto all’acqua. Dal punto di vista chimico, poi, esso si caratterizza per la presenza di acidi urici, fosfati organici e inorganici, sostanze proteiche più o meno decomposte e sali minerali. Quando il guano proviene da regioni che vantano scarse precipitazioni e in cui l’azione dilavante delle piogge e molto ridotta, esso tende a conservare in maniera inalterata la sua ricchezza in azoto e si ha il guano ricco o azotato, con un tenore di quest’ultimo compreso tra i tredici e i quindici punti percentuali.

Nel caso in cui, al contrario, le regioni di provenienza sono dominate dalle piogge, i composti azotati sono in gran parte dilavati da queste ultime e prevalgono di conseguenza i componenti fosfatati o poveri, con un tenore in anidride fosforica del 15% o anche superiore. Il guano dei pipistrelli è uno dei più sfruttati in assoluto a livello industriale e commerciale. Si tratta del concime naturale costituito dalle deiezioni di questi animali e che si ritrova in abbondanti accumuli in diverse grotte costiere (anche in Sardegna, ad esempio). Il guano di pesce, concime che si ricava dai cascami della lavorazione industriale del pesce, e quello di carne (residui sfruttati per ottenere degli estratti) completano il quadro.