Forme e misure commerciali dei materiali ferrosi

Il ferro che si ottiene tramite la pudellatura nel forno a riverbero viene diviso in pani del peso di circa quaranta chilogrammi: questi ultimi sono poi portati, ancora incandescenti, sotto l’azione di magli che ne fanno schizzare via le scorie. Si ottengono dunque delle mattonelle o “taglioli” di circa trenta chili. Le mattonelle stesse possono essere saldate insieme tra loro e formare dei pacchetti che raggiungono il peso di parecchi quintali. L’acciaio che si ottiene dal forno elettrico o al convertitore (Bessemer o Thomas per la precisione) o a forno Martin-Siemens, viene raccolto in degli appositi secchioni e quindi colato in degli stampi di ghisa (le cosiddette “lingottiere”) dai quali si ottengono appunto dei lingotti del peso di due o tre tonnellate.

I lingotti stessi, una volta che sono riscaldati a una temperatura conveniente, vengono inviati alle lavorazioni di tipo plastico di laminazione, estrusione, fucinatura, trafilatura e molte altre, in modo da poter ottenere lamiere, barre, profilati, tondini, fili e tubi. Le billette, al contrario, sono i prodotti laminati a sezione quadrata con il lato che va da quaranta a centoventi millimetri. Si prosegue poi la trattazione con i blumi (dal termine inglese “blooms”), vale a dire i prodotti di prima laminazione, a sezione quadrata e con il lato che va da 130 a 400 millimetri.

Le bramme (slabs) hanno invece una sezione di tipo rettangolare, il lato identico a quello dei blumi e lo spessore pari a circa un quarto del lato stesso. Per quel che concerne le barre, queste ultime possono avere una sezione tonda, quadrata, esagonale, ottagonale e prendono rispettivamente il nome di tondi, quadri, esagoni e ottagoni; infine, tra i prodotti di laminazione bisogna ricordare i profilati e la vergella, a sezione circolare, quadrata oppure esagonale, fino a tredici millimetri di diametro (o, a seconda del caso con cui si ha a che fare, di apertura chiave).