Il funzionamento dei lavatori industriali del gas

Il lavatore è l’apparecchio industriale che viene impiegato per purificare in maniera accurata un determinato gas mediante il lavaggio. Di solito, si tende a sfruttare questa tecnica per il cosiddetto gas illuminante (noto anche come “gas di città”, ottenuto per distillazione del litantrace), dopo aver opportunamente separato il catrame, in modo da eliminare i composti dell’ammoniaca. Il lavatore più comune in assoluto per quel che concerne l’impiego è il tipo Standard. Quest’ultimo è costituito da una cassa di forma cilindrica orizzontale in lamiera, ripiena per circa la metà di acqua e suddivisa in diversi settori per mezzo delle pareti normali all’asse.

Il gas in questione, una volta attraversato l’apparecchio industriale, è costretto a compiere un movimento piuttosto tortuoso, andando a percorrere i vari settori e lambendo le palette umide, di lamiera oppure di legno, che girano attorno all’asse orizzontale. L’acqua citata in precedenza, inoltre, scorre in senso inverso al movimento del gas. Anche per quel che riguarda la separazione della naftalina, la quale è contenuta nel gas in quantità che variano da 0,10 a 0,15 grammi al metro cubo, si utilizzano dei lavatori di tipo Standard alimentati con oli di antracene.

Un utilizzo molto interessante è quello che ha a che fare con l’ambiente e l’ecologia. In effetti, diversi lavatori di gas sono impiegati quando sono presenti degli inquinanti che non sono molto difficili da trattare. Gli apparecchi a cui si sta facendo riferimento sono caratterizzati da un condotto di tipo idraulico, al cui interno si trovano un distributore del liquido di lavaggio, un laminatore di flusso, una zona in cui il liquido e il gas entrano in contatto e un’altra zona per separare e scaricare le fasi appena menzionate. Tra l’altro, queste versioni beneficiano di una bassa perdita di carico, di conseguenza anche le potenze che sono normalmente installate in questo caso sono piuttosto contenute.