Fusione dei metalli: il cubilotto

Il cubilotto, tipico forno a cupola e a manica, viene caricato dall’altro mediante un’apposita bocca, alternativamente al metallo che deve essere fuso e al combustibile (coke metallurgico).

In questo caso, l’aria di combustione viene ad essere immessa attraverso un’opportuna tubazione: ci si trova, infatti, a una certa altezza sopra il fondo (suola) in una camera che circonda il tino e va a sbloccare nell’interno con gli ugelli. A una altezza di circa 500-800 millimetri, sempre al di sopra degli stessi ugelli, poi, si ottiene la massima temperatura possibile, con la ghisa che fonde e scende nel crogiolo, per uscire successivamente dal foro di colata. Il cubilotto può essere sostanzialmente di due tipi, vale a dire semplice o con un avanforno.

La spillatura del metallo fuso è in genere intermittente, ma tutto dipende sempre dalle esigenze che richiede la colata: in effetti, nei casi speciali essa è continua, andando a predisporre un canale di colata a sifone, in modo da separare le scorie più leggere e che escono in continuità assieme alla ghisa liquida. Nella zona di massima temperatura, inoltre, il rivestimento refrattario subisce un deterioramento. Parte di questo materiale insieme con le ceneri del coke, gli elementi accompagnanti il ferro nelle ghise che si ossidano e le impurità che eventualmente sono presenti nelle cariche, formano la “scoria”, evacuata da un apposito foro in modo continuo, oppure a intervalli.

La durata della fusione varia da un minimo di tre ore a un massimo di dieci, stabilito soprattutto dalla resistenza delle pareti refrattarie e dallo stato degli ugelli in seguito alla formazione di scorie solide aderenti. L’altezza della dote si fa invece da cinquecento a ottocento millimetri sopra gli ugelli. Il coke metallurgico che viene usato per i cubilotti, infine, deve possedere dei requisiti specifici, tra cui possiamo citare la bassa quantità di ceneri e il non altissimo contenuto di zolfo.