Gas nobili: gli impieghi industriali dello xenon

Lo xenon è un elemento che appartiene alla famiglia dei cosiddetti gas nobili: il simbolo in questione è Xe, mentre il numero atomico è 54. Si tratta di una delle componente dell’aria, nonostante non si stia parlando di una quota molto alta, vale a dire 0,086 parti per milione dell’aria secca. Di solito, esso viene prodotto in misura di cinque punti percentuali tra tutti i sottoprodotti, nel corso della fissione dell’uranio nelle pile atomiche, dunque si può già parlare di un suo importante utilizzo. Lo xenon allo stato puro, inoltre, viene in genere preparato a livello industriale per poter perfezionare la distillazione frazionata dell’aria liquida.

Il fabbisogno attuale che c’è di questo gas non richiede ancora l’utilizzazione dello stesso xenon che viene prodotto all’interno dei reattori nucleari. Dal punto di vista fisico, ci sono diverse caratteristiche che vanno sottolineate. Anzitutto, si tratta di un gas che, alla pressione atmosferica, condensa alla temperatura di 108 gradi sotto zero, mentre invece tende a solidificarsi a 111 gradi, sempre sotto zero per la precisione. In aggiunta, è inodore e del tutto insapore, non reagisce con nessun elemento chimico, ma è sempre in grado di formare dei composti piuttosto particolari con l’acqua, l’idrochinone e il fenolo.

In più, lo xenon può essere ossidato da gruppi che sono estremamente elettronegativi, formando dei veri e propri sali. Il composto che è chiamato esafluoplatinato di xenon, il quale è stato sintetizzato per la prima volta nel 1962, è stato il primo esempio di composto chimico dei gas nobili riportato nella letteratura chimica. Industrialmente, l’elemento in questione viene sfruttati per il riempimento di speciali bulbi nei flash elettronici, i quali producono una luce molto bianca, con un buon bilancio cromatico e che possono essere usati anche diecimila volte prima di consumarsi. È utilizzato anche nelle camere a bolle e nella diagnostica medica (è opaco ai raggi X).