Industria agricola: il sistema dei frangiventi

I frangiventi non sono altro che delle difese morte o vive utilizzate dall’industria agricola per la difesa delle colture dall’azione diretta del vento, come suggerisce appunto il nome: gli esempi tipici di difese morte sono quelli dei cannicciati e delle stuoie, mentre quelle vive sono ben rappresentate dai filari e dalle fasce di specie arboree diverse. Tra l’altro, queste stesse difese possono essere singole e quindi destinate a proteggere delle superfici piuttosto limitate, oppure caratterizzate da sistemi di frangivento e che interessano notevoli estensioni di territorio.

Quando il vento proviene da un’unica direzione si adottano i sistemi di frangivento a file parallele, vale a dire con le fasce che sono disposte parallelamente tra di loro e in direzione normale a quella del vento. L’efficacia di tali soluzioni dipende, oltre che dalla specie arborea scelta, anche dalla distanza tra una fascia e l’altra. In genere, poi, l’azione del frangivento si estende, nella zona sottovento, fino a una distanza uguale a 25-30 volte la sua altezza. Le fasce a media densità dimostrano una maggiore efficacia rispetto a quelle rade o molto dense. Le difese a forte densità sono impiegate per la protezione a breve distanza dal suolo e dal frangivento (colture floricole e ortaggi in primis).

I sistemi frangivento a rete, a maglie di larghezza variabile, sono efficaci soprattutto nella difesa contro i venti che spirano da più direzioni e presentano nei confronti dei sistemi a file parallele il vantaggio di sottrarre una superficie minore di terreno alle colture agrarie. I frangiventi possono essere costituiti da sole specie arboree o da consociazioni di queste con le specie arbustive. Il requisito principale delle piante che fungono in tale maniera è senza dubbio il rapido accrescimento, al fine di agevolare una sollecita difesa e un prodotto legnoso in breve tempo. Le specie più sfruttate in Italia sono il pioppo, la robinia, l’olmo siberiano, l’eucalipto e alcuni pini.