Industria tessile: le camere di mischia

Nell’industria tessile le camere di mischia sono quelle che consentono di mescolare i cotoni di una o più partire di balle: essi possono presentare delle differenze molto leggere per quel che riguarda il colore e la purezza, mentre è sempre preferibile che l’impasto necessario al filato sia quantomeno omogeneo. Le diverse qualità di cotone, prelevate ad esempio da una cinquantina di balle, vengono accumulate nelle camere in questione in strati orizzontali. La mescolanza, sia pure molto grossolana, si otterrà andando a prelevare il cotone con le prese verticali. Le camere sono costituite da celle a pareti di legno con base quasi quadrata (di circa quattro metri di lato per la precisione).

Il cotone, trasportato per via meccanica o anche pneumatica, raggiunge delle altezze comprese tra i due e i due metri e mezzo e viene lasciato per qualche tempo per condizionare le fibre che sono già compresse nelle balle, in modo che queste ultime possano asciugarsi, se troppo umide, o inumidirsi, nel caso siano fin troppo secche. Nell’ipotesi in cui si dovesse avere a che fare con delle fibre troppo umide, delle piccole impurità rimarranno appiccicate, rendendo abbastanza difficoltoso e complesso il proseguimento delle successive operazioni. Se, al contrario, ci si trova di fronte a fibre che sono troppo secche, allora perdono l’elasticità in maniera parziale, divenendo tutto sommato fragili.

Le camere di mischia devono essere per tale motivo fornite di apparecchi di riscaldamento, ventilazione e umidificazione, così da poter mantenere una temperatura che sia costantemente compresa fra quindici e diciassette gradi. La capacità che queste camere hanno corrisponde in genere alla quantità di cotone che è necessaria per alcuni giorni di lavoro. Il termine “mischia” sta proprio a indicare che si vanno a mescolare intimamente le fibre di diversa natura (ad esempio lana e fibre poliesteri), di diversa origine (il cotone di lotti differenti) o di diverso colore (lana bianca e nera).