Industria tessile: l’operazione di sgommatura

L’industria tessile vanta una serie di operazioni davvero molto ampia: anche la cosiddetta “sgommatura” ha una sua rilevanza, quindi merita un approfondimento dettagliato. Si tratta del lavaggio che viene effettuato ed eseguito sui filati o anche sulle pezze di seta, il passo immediatamente precedente al candeggio e alla tintura vera e propria, magari più famose ma sempre sullo stesso piano. L’obiettivo di tale procedimento è quello di eliminare del tutto la sericina (una delle due proteine del filo di seta: l’altra è la fibroina) che di solito unisce i fili che vanno a costituire ogni tipo di fibra tessile.

La sgommatura, inoltre, deve essere realizzata in modo adeguato e al fine di scongiurare a tutti i costi qualsiasi tipo di sfregamento; se si riesce in tale intento, allora essa è in grado di conferire alla fibra stessa una brillantezza e una lucentezza senza pari. Il metodo che viene seguito più comunemente è quello che tende a sfruttare le soluzioni saponose (in primis il sapone di Marsiglia, se si vuole essere proprio precisi), più o meno concentrate e calde a seconda della qualità che caratterizza la seta che si vuole ottenere. Tale operazione viene in genere preceduta da un apposito trattamento con una soluzione tiepida e diluita di acido cloridrico, il quale ha lo scopo ben preciso di eliminare ogni impurità di natura calcarea.

D’altronde, bisogna ricordare che il filo di seta ha una caratterizzazione molto particolare. Vi sono infatti due filamenti (le cosiddette “bavelle”) a sezione triangolare e che sono uniti da un materiale di tipo adesivo e le due già citate proteine. La fibroina rappresenta circa il 75% del totale in questione, mentre il rimanente 25% è quello relativo alla sericina, anche se non si devono dimenticare gli altri componenti, pari a circa l’1%. La stessa sericina si caratterizza per una struttura globulare e per la sua relativa solubilità all’interno dell’acqua.