La lavorazione del polistirolo espanso

Il polistirolo espanso non è altro che una resina termoplastica utilizzata per gli imballaggi e per la fabbricazione di pannelli isolanti dal punto di vista termo-acustico: questa materia la si può trovare facilmente in commercio anche in lastre di uno o due centimetri di spessore. Si tratta, in pratica, di un materiale piuttosto leggero, semplice da lavorare e più che adatto per la costruzione di “plastici” e modelli di tipo statico. Gli strumenti maggiormente adatti per il taglio del polistirolo espanso sono essenzialmente due, vale a dire il cutter e il termotraforo. Nel primo caso, ci si riferisce a un utensile sfruttato, in particolare, per il taglio di cartoncini e cartoni, ma può essere utile anche per il polistirolo, nel momento in cui si devono eseguire dei tagli rettilinei.

Il termotraforo, invece, è uno strumento nato in maniera apposita per il taglio del polistirolo espanso. Il suo funzionamento è presto detto; in effetti, l’energia elettrica che viene fornita dalle pile che sono inserite nell’impugnatura dell’attrezzo, si trasforma in calore passando attraverso un sottile filo di metallo. Questo stesso filo, poi, tenuto teso all’estremità del ferro ad U, si scalda e può fondere il polistirolo espanso secondo una sottile linea di taglio. Con il termotraforo, inoltre, si ha l’opportunità di porre in essere dei tagli semplici e curvilinei.

Di solito, per incollare tale materiale è consigliabile l’uso di una colla vinilica, anche perché altri tipi di colla possono fondere addirittura il polistirolo stesso. Sin dalla sua prima apparizione, esso ha avuto un successo piuttosto buono, visto che il suo peso è minimo, si possono effettuare delle stampe nelle forme che occorrono e il costo, elemento non certo trascurabile, è molto basso rispetto ad altre materie. In ambito edilizio, infine, il polistirolo espanso rappresenta ancora oggi una opportunità fondamentale per riuscire a coibentare le strutture di tipo verticale.