La storia industriale della gomma

Sembra ormai assodato che nel 1521 i primi esploratori spagnoli abbiano trovato in Messico della gomma. I missionari portoghesi che invece risalirono il Rio delle Amazzoni nel 1731 scoprirono un prodotto lattiginoso, estratto da un albero che gli indigeni del luogo chiamavano “hevè”: quest’ultimo aveva la proprietà di rendere impermeabili i tessuti sui quali veniva steso, un prodotto che sin da subito venne chiamato “chauchù”, vale a dire legno liquido. In Africa furono trovate alcune piante gommifere in Guinea e nel Madagascar, ma l’uso vero e proprio della gomma si sviluppò all’inizio molto lentamente, a causa della sua scarsa resistenza alla trazione e all’abrasione, oltre alla poca elasticità e all’eccessiva sensibilità al caldo e al freddo.

Tale materiale venne quindi sfruttato per impermeabilizzare i tessuti, per costruire suole da scarpe (gomma para, ottenuta affumicando il lattice su delle lastre) e per cancellare i segni delle matite. Nel 1839, poi, l’americano Charles Goodyear scoprì in maniera accidentale che trattando a caldo la gomma naturale con lo zolfo e la biacca, si poteva ottenere un prodotto di maggiore resistenza e che conservava la sua elasticità in un largo intervallo di temperatura; questo nuovo prodotto venne chiamato “gomma vulcanizzata”. Qualche anno dopo, si scoprì anche che aumentando la quantità di zolfo si otteneva una gomma piuttosto dura, la quale fu immediatamente ribattezzata “ebanite”.

L’importanza industriale della gomma crebbe nella seconda metà del XIX secolo, quando con l’invenzione del motore a scoppio, si sviluppò proprio l’industria delle automobili, con una conseguente richiesta di pneumatici. Cominciò così una sfrenata corsa alla gomma, e sull’alto corso del Rio delle Amazzoni e dell’Oceano sorsero in piena foresta delle vere e proprie “città della gomma”. L’uso fu però indiscriminato e soltanto dopo l’aumento dei consumi si comprese che la coltivazione delle piante in questione doveva essere maggiormente razionale (le prime piantagioni sorsero in Brasile, con successive esportazioni in Malesia).