Metallurgia: la fabbricazione delle lime

La fabbricazione delle lime richiede un procedimento piuttosto particolare che va spiegato nel dettaglio. Anzitutto, è necessario riscaldare delle barre, profilate secondo la sezione della lima che si vuole ottenere, in degli appositi forni a nafta o a carbone; quindi, si fucinano, in modo da ricavare il codolo e dare la conseguente forma. Comunque, è sempre preferibile stampare al maglio e non oltrepassare la temperatura di fucinatura, la quale è compresa tra i 750 e i 950 gradi. Nella fase successiva, poi, si cuoce nuovamente al di sopra del punto critico superiore per almeno tre ore e quindi si lascia raffreddare in maniera piuttosto lenta nel forno.

Per quel che concerne i forni a nafta, le lime vengono poste in appositi recipienti metallici, per lo più realizzati in acciaio al cromo nichel, ripieni di polvere di carbone; nei forni elettrici, invece, l’ambiente delle muffole viene tenuto accuratamente neutro o al massimo riducente. Gli stessi forni elettrici possono essere regolati in modo anche più semplice di quello appena descritto. Il passaggio successivo prevede il raddrizzamento a mano sull’incudine: poi, le lime vengono lavorate alla mola per asportare il leggero strato superficiale che può essere decarburato oppure ossidato e correggere i piccoli difetti di fucinatura e raddrizzamento. Il consiglio è quello di evitare di scaldare la lima, per lo più tenendola in acqua o andando a raffreddare in modo abbondante.

Le lime a taglio grosso sono pronte per essere intagliate, mentre il taglio fine necessita di una normalizzazione a 450 gradi per eliminare l’eventuale indurimento superficiale dovuto alla molatura e quindi limate a mano o a macchina per garantire che le facce risultino piane. L’intagliatura viene fatta con degli appositi scalpelli, per lo più a macchina, ma si può effettuare anche la lavorazione a mano. Infine, prima del secondo taglio è opportuno limare in parte il materiale rialzato nel primo.