La nascita del preriscaldamento dell’aria negli altiforni

A stream of molten gold cascades from the furnace into moulds to produce gold ingots during a press tour at the Al-Amar Gold Mine, 195kms southwest of the Saudi capital Riyadh, on May 28, 2008. Al-Amar is an underground mine which is designed to process ore at a rate of 200ktpa to produce gold which is then sold to third parties for toll smelting. Construction was completed during the half year period ended 30 June 2007 and the facility is currently undergoing commissioning and production build up with full production planned for this year. AFP PHOTO/HASSAN AMMAR (Photo credit should read HASSAN AMMAR/AFP/Getty Images)È il 1829 quando James Beaumont Neilson, inventore scozzese di trentasette anni, riesce a introdurre per la prima volta in assoluto il preriscaldamento dell’aria all’interno degli altiforni. Il nome di questo personaggio è però legato a molte altre intuizioni che hanno a che fare con la Rivoluzione Industriale e la lavorazione del ferro. In particolare, ci si ricorda di lui a livello storico per la risoluzione di un problema che si era presentato in una fornace presso i Wilsontown Ironworks, stabilimenti industriali specializzati in tale ambito. Neilson capì che l’efficienza del carburante della fornace in questione poteva essere accresciuta soffiando all’interno della stessa aria calda, piuttosto che quella fredda.

In pratica, si trattava di far passare l’aria di cui si sta parlando attraverso un contenitore rosso fuoco. Gli esperimenti cominciarono sin da subito e proseguirono poi anche negli impianti Clyde, tanto che fu possibile una proficua partnership con Charles Macintosh e altri soggetti per far fruttare l’invenzione. Nel 1828, quindi, si riuscì a ottenere un importante brevetto relativo a questo sistema. I test condotti in tal senso mostrarono chiaramente come una temperatura di circa seicento gradi Fahrenheit fosse in grado di ridurre di un terzo il consumo dell’altoforno. In aggiunta, si poteva sfruttare il carbone grezzo piuttosto che il coke, altra scelta capace di far risparmiare parecchio dal punto di vista economico.

Neilson, poi, fu in grado di far tornare di moda i minerali di ferro nero, in precedenza ritenuti poco utili e profittevoli. Nella sua vita fu anche costretto a intentare causa a tutte quelle persone che adottavano i suoi metodi industriali senza essere in possesso della necessaria licenza. Alcune royalty risolsero progressivamente il problema, all’inizio non furono di grande entità, ma a partire dal 1840 garantirono qualcosa come 30mila sterline l’anno per quel che riguarda una sessantina di lavorazioni. Il brevetto rimase valido e in vita fino al 1842.