Gli organi di protezione: le valvole fusibili

Le valvole fusibili sono gli organi di protezione più economici, anche se non sempre i più sicuri in assoluto. Esse vengono poste di preferenza a valle dell’interruttore; sono preferibili quelle nelle quali il fusibile stesso non può essere sostituito in maniera arbitraria con un altro di maggiore portata. Le valvole in questione si mettono di norma su tutti i conduttori della distribuzione, in posizione facilmente accessibile e immediatamente a valle di ogni derivazione in cui si cambia portata e sezione del conduttore. Negli impianti vasti si abbonda in valvole: queste ultime, se opportunamente poste e a maniglia estraibile, possono servire per il sezionamento dell’impianto in caso di possibili guasti.

Il filo neutro non deve avere mai valvole fusibili, un accorgimento sempre molto utile quando si parla di impianti elettrici. Negli impianti complessi, poi, vale a dire quelli con le valvole di tipo unipolare, si metteranno queste sempre sullo stesso polo. Attualmente c’è la tendenza a sostituire le valvole a cui si sta facendo riferimento con degli interruttori automatici; per le correnti superiori ai cento ampere, questi ultimi sono senza dubbio preferibili a molte altre soluzioni. I fusibili sono realizzati in piombo, lega di piombo-stagno, argento e molto raramente in rame. Di norma, inoltre, si sceglie un fusibile la cui corrente di fusione sia di un valore compreso tra 1,5 e 2 volte la corrente normale di esercizio.

La corrente di fusione non è però facilmente determinabile, ma varia per un filo dello stesso metallo e della stessa sezione: si distinguono dunque cinque casi, ovvero la lunghezza del fusibili (i fili più lunghi fondono prima), la grossezza dei morsetti, la temperatura ambiente, le condizioni di raffreddamento (in aria libera, in scatola e anche in tubo) e la durata della sovracorrente. In via di massima si ammette che il fusibile di piombo abbia la stessa sezione del filo di rame da proteggere.