In Perù l’inquinamento industriale è sempre più pericoloso

Il progresso industriale di cui si è reso protagonista il Perù sta rivelando una faccia della medaglia davvero negativa: in particolare, sono sempre più numerose le proteste per l’inquinamento provocato dalle fabbriche, il quale ha contaminato le risorse idriche del sottosuolo. Come è noto, la nazione andina dipende economicamente dalle esportazioni di minerali e di altre materie prime, tra cui si può citare senza dubbio l’oro. Ecco perché gli investitori vengono attratti da tutte queste risorse naturali e l’amministrazione del presidente Ollanta Humala vi ha fatto largo affidamento. Questi stessi investitori vogliono intraprendere una collaborazione proficua con il paese sudamericano, ma le proteste dei gruppi rurali e delle associazioni ambientaliste sono state un vero e proprio deterrente.

Addirittura sono morte diciannove persone a causa delle dispute per le risorse naturali peruviane e vi sono oltre duecento casi giudiziari che riguardano il potenzialmente inquinamento letale causato dalle attività industriali e minerarie. La World Health Organization ha provveduto a confrontare i livelli di contaminazione da piombo del suolo in due aree minerarie del Perù, uno dei maggiori produttori al mondo di argento, rame, oro, zinco e ferro. I numeri più alti e pericolosi sono stati registrati nei pressi di Cerro de Pasco, storica città andina dedita alle estrazioni di vari minerali (in particolare il rame). L’inquinamento industriale è risultato invece più basso nello Huaral, il cui stabilimento estrattivo è senza dubbio più moderno ed efficace.

Sono quindi necessarie misure urgenti e importanti per risolvere un problema tanto grave. Il dilemma dell’amministrazione Humala e dei suoi predecessori è sempre lo stesso: il governo di Lima deve proseguire nel sentiero industriale che è stato tracciato per ridurre la povertà oppure deve dare retta alle proteste di chi ha sempre vissuto nelle aree più contaminate? I cittadini verranno ora incoraggiati a partecipare nella formazione e nella consultazione ambientale in modo da migliorare il dialogo tra le parti.