Rivoluzione Industriale: i primi sviluppi dell’energia a vapore

La produzione e l’utilizzo di macchine a vapore nel corso delle prime fasi della Rivoluzione Industriale rappresenta uno degli aspetti maggiormente approfonditi da studiosi ed economisti. In effetti, si tratta di un periodo temporale ben preciso, il quale non supera il 1800, con la maggior parte dei materiali che possono essere datati non più tardi del 1790: sono, poi, due le regioni del Regno Unito in cui si può approfondire la questione, vale a dire il Lancashire e il distretto di Manchester. Anzitutto, bisogna precisare che Matthew Boulton e James Watt erano riusciti a conquistare il monopolio della costruzione di macchine a vapore, ma questo non vuol dire che furono impedite altre costruzioni di macchinari, in particolare basandosi sui modelli di Newcomen e Savery.

Una domanda sorge allora spontanea: quanti modelli di macchine a vapore che non erano stati brevettati da Watt venivano installati ancora nel Lancashire verso la fine del ‘700? Una lista completa di quelli che erano i primi macchinari in questo senso non esiste più purtroppo, in quanto è andato distrutto in un incendio, ma è rimasta comunque una nota che consente di approfondire l’argomento. Si tratta di una macchina a vapore per l’innalzamento dell’acqua al livello della vecchia costruzione, con tanto di due pompe di ghisa di trentuno pollici ciascuna. Questo modello era senza dubbio atmosferico e simile all’installazione di Arkwright (1780) per il pompaggio dell’acqua destinata a muovere una ruota idraulica a pale che trasmetteva a sua volta energia ai filatoi del suo stabilimento di Shudehill.

Qualche altro modello, poi, viene ricordato da altri testimoni dell’epoca, come ad esempio James Odgen, il quale dichiarò espressamente nel 1783 come si stesse costruendo il canale di Bridgewater nei pressi di Manchester, con le relative miniere di carbon fossile che erano già state messe in funzione e prosciugate (tale macchina stentava comunque a funzionare).