La scorificazione industriale dei metalli

La scorificazione è quella operazione dell’industria metallurgica che consiste essenzialmente nell’eliminare la scoria che si forma come prodotto secondario nei processi di produzione dei metalli e delle loro leghe: la scoria generalmente è più leggera della lega metallica stessa da cui deriva, quindi questo vuol dire che tende a galleggiare sul bagno metallico che viene approntato. Di norma, poi, essa viene estratta rompendo un tappo di argilla che chiude un foro che è predisposto proprio a questo scopo, in una parete laterale del forno a una altezza che possa definirsi conveniente, tenendo presente lo spessore che vanta il bagno in questione e quello dello strato di scoria.

La scoria fusa, inoltre, si trova a una temperatura che in alcuni casi è dell’ordine dei 1.500 gradi e oltre, pertanto tende a uscire in un rivoletto che scorre su un piano refrattario e cade infine nella vasca di raccolta che è sistemata al piano sottostante del forno. Nel caso in cui il deflusso di questa scoria dovesse essere troppo lento, si va ad agevolare la fuoriuscita con una specie di rastrello che è formato da una tavola di legno, a sua volta fissata all’estremità di una lunga asta di ferro. L’attrezzo viene introdotto in una fase successiva all’interno del forno e, dopo che la tavola si è appoggiata sulla superficie del bagno, si tira verso la porta.

Non è raro nemmeno in caso che il bagno debba essere scorificato due o tre volte; naturalmente, nella seconda e nella terza scoria la concentrazione degli elementi nocivi è decisamente più bassa. Per facilitare, infine, l’operazione è necessario che la scoria sia mantenuta in modo sufficientemente fluido, ciò che si può ottenere attraverso una opportuna aggiunta di fluidificanti, quali la fluorina, la bauxite, la sabbia quarzosa e molti altri. Soltanto quando si è raggiunto tale stadio, il processo industriale vero e proprio può considerarsi ultimato.