Singapore si unirà a Cina e Bielorussia nel progetto di parco industriale

Di solito si usa parlare di “terzo incomodo”, ma questo aggettivo non è proprio appropriato per Singapore. La piccola città-stato asiatica ha infatti annunciato la propria intenzione di far parte dei lavori che riguardano il Parco Industriale cino-bielorusso, rappresentando dunque la terza nazione coinvolta. Che cosa significa questo interesse? La new entry è stata resa nota dal ministro bielorusso dell’Economia, Nikolai Snopkov, nel corso del suo meeting con Lim Hng Kiang, titolare del dicastero del Commercio e dell’Industria singaporegna.

Stando alle parole dello stesso Snopkov, proprio domani si terrà il Belarus-Singapore Business Forum, evento determinante in questo senso: in pratica, le maggiori aspettative sono rivolte alla firma di un accordo con la JTC Company, la più importante società della città-stato per quel che riguarda lo sviluppo e la gestione delle zone industriali. Sarà proprio il gruppo in questione a partecipare con tutta probabilità al parco industriale di cui si sta parlando. I due ministri sono concordi nel sostenere questa idea. C’è però da sottolineare come le modalità della stessa partecipazione debbano ancora essere scelte e dettagliate. L’apporto di Singapore è presto detto.

Anzitutto, dopo aver ricordato che il parco industriale che unirà Cina e Bielorussia servirà a creare e migliorare un impianto della capacità pari a quattrocentomila tonnellate complessive, l’apporto industriale del paese asiatico sarà dominato dal settore logistico, da quello turistico, senza dimenticare il comparto chimico, infrastrutturale ed elettronico. In aggiunta, Singapore ospita un numero molto interessante di parchi industriali. Questi ultimi sono in grado di fornire le adeguate strutture per la crescita economica. Si tratta di aree autosufficienti, le quali vantano adeguati negozi, centri commerciali e punti per l’educazione dell’infanzia. Honeywell, Acer Computer eMobile One sono alcune delle poche società che fanno parte di tali parchi, ma non bisogna trascurare il Paya iPark. Insomma, la piccola superficie non ha certo impedito uno sviluppo molto intenso da questo punto di vista.