Terre rare: gli impieghi industriali del praseodimio

Il nome può sembrare complicato e aggressivo, ma in realtà il praseodimio è uno dei metalli industriali più teneri in assoluto: il suo tipico colore è quello argenteo, mentre il gruppo di appartenenza è quello dei lantanidi. L’aria e la sua esposizione tendono a formare uno strato di ossidazione su tale elemento, una delle terre rare di cui non si sente poi parlare così spesso, con una patina di colore verde che è utile per preservare da una ulteriore corrosione. Di conseguenza, la resistenza a quest’ultima è molto più alta rispetto a quella di altri metalli simili, in primis l’europio e il cerio.

La tipica conservazione industriale avviene in dei recipienti ermetici, ma non mancano i casi in cui si immerge il praseodimio in olio minerale: gli utilizzi, poi, sono svariati e vanno approfonditi nel dettaglio. Anzitutto, in qualità di agente legante è in grado di dar vita a delle leghe metalliche anch’esse dotate di ampia resistenza, con l’impiego più frequente che è quello relativo alle costruzioni di motori di aeroplani. Inoltre, l’elemento in questione è capace di formare il nucleo delle luci ad arco che sono tipiche dell’industria cinematografica, visto che permettono di ottenere l’illuminazione dei teatri e delle lampade per i proiettori.

In aggiunta, sono i composti del metallo a rendere il vetro e gli smalti ancora più “vivaci” a causa del tipico colore giallo. Non mancano i riferimenti ai saldatori e ai soffiatori di vetro, mentre come componente nelle leghe di terre rare e cobalto, risulta utile per i magneti permanenti per quel che concerne i motori elettrici. Il praseodimio è nato dalla separazione di altri elementi rari: in particolare, nel lontano 1841 si riuscì a estrarre didimio da un minerale di lantanio, poi circa trent’anni dopo si isolò una nuova terra, il samario, mentre nel 1885 fu finalmente il turno della separazione del didimio in due elementi, il neodimio e appunto il praseodimio.