Utensili per filettare: i maschi

Tra i vari utensili per filettare meritano un cenno particolare i maschi. Le categorie tipiche di questi ultimi sono due, vale a dire i maschi a progressione di conicità tipo C e a i maschi a progressione di conicità e di diametro tipo R. I denti della parte conica sono degli sbozzatori; nella parte cilindrica troviamo invece i finitori. Nel caso del tipo C, la serie di tre maschi ha un imbocco conico la cui apertura va aumentando in maniera progressiva: il primo interessa circa due terzi della parte filettata, il secondo un altro terzo e l’ultimo si limita a due soli ordini di denti. La parte cilindrica, inoltre, raggiunge lo stesso diametro in tutti e tre i casi. Sono altrettanti anche gli scenari che si possono presentare.

Anzitutto, può accadere che il foro abbia una profondità inferiore al diametro: in questo caso, è sufficiente il primo maschio di tipo C, visto che è poco sollecitato e non tende a divergere dall’asse. Nell’ipotesi, invece, in cui la profondità sia leggermente superiore al diametro, allora basta il solo secondo maschio, se il materiale è di media durezza e poco tenace, dato che poco dopo iniziato il foro il maschio è guidato in maniera sufficiente. Il momento torcente necessario, inoltre, è minore di quello richiesto nella prima ipotesi. In aggiunta, può sempre accadere che la profondità sia tre volte superiore al diametro in questione: il materiale è di media durezza e poco tenace, pertanto occorre sfruttare il primo maschio di tipo C.

Quando si presentano dei diametri piccoli, è necessario, se possibile, realizzare il diametro dello stelo del maschio maggiore di quello del nucleo e procedere con estrema cautela, così da evitare qualsiasi tipo di rottura. Se, poi, il passo è maggiore del normale, il maschio viene a essere sollecitato ancor di più e dunque il lavoro deve essere suddiviso tra diversi maschi successivi tra loro.