La vocazione industriale di Bojano

Bojano, poco più di ottomila abitanti in provincia di Campobasso: questo piccolo comune molisano può attirare un buon turismo anche grazie ai suoi esempi molto interessanti di archeologia industriale. C’è un toponimo ben preciso che attira le maggiori attenzioni in tal senso, vale a dire Pinciere. Si tratta di un borgo che deve il suo nome alla presenza di moltissime fornaci, utilizzate un tempo per la produzione di laterizi, una sorta di unicuum nel suo genere. L’edilizia è stata ben sviluppata da queste parti sin dal tardo Medioevo, visto che gli abitanti di allora si rimboccarono le maniche per ricostruire la città dopo il devastante sisma del 1456.

L’archeologia industriale ha consentito a questa zona di svilupparsi in maniera specifica, tanto è vero che più che la tipica pietra da cava domina il mattone che viene prodotto localmente, a causa di diversi vantaggi, come ad esempio la leggerezza e la malleabilità della materia prima. Non è nemmeno un caso che sia stato dedicato di recente un libro a un caso definito come “inedito” di archeologia industriale nel Molise, vale a dire quello dell’impresa Colagrosso, un cognome che la fa da padrona da queste parti. A Bojano, tra l’altro, sorge l’industria Leca-Laterlite, salita agli onori delle cronache non molto tempo fa per l’iter giudiziario relativo alla salvaguardia ambientale del territorio.

Non è da meno il ramo industrie alimentari, delle bevande e del tabacco, con una buona presenza di aziende, anche di stampo artigianale. Proprio per domenica prossima la sottosezione del Club Alpino Italiano ha organizzato una escursione molto interessante, volta a scoprire i borghi abbandonati di questa città. Nello specifico, si potranno scoprire Ciccagne, Mucciarone e Pinciere, così da comprendere meglio l’evoluzione del luogo in questione, con le varie zone che sono caratterizzate da diverse peculiarità, in particolare l’artigianato e la pastorizia, ma tutte ugualmente interessanti.