Nell’ambito del trattamento termico delle ghise occorre prestare la massima attenzione al procedimento della malleabilizzazione. Esso consiste in pratica in una lunga ricottura al di sopra dell’inizio della trasformazione a caldo di getti di ghisa bianca, di composizione adatta e privi completamente di carbonio grafitico; il passaggio successivo è rappresentato da un raffreddamento piuttosto lento fino a 650 gradi circa. La ghisa che viene ottenuta in questa maniera viene detta “malleabile a cuore a nero”, mentre il metodo appena menzionato si dice “americano”.
Lo scopo in questione è quello di ottenere la grafitizzazione del carbonio combinato in forma microscopica globulare, con una distribuzione ben uniforme: il risultato da conseguire è quello di un materiale che sia sufficientemente omogeneo, senza grande fragilità e con adeguate caratteristiche meccaniche di tenacità e resistenza su cui possa essere fatto un conveniente assegnamento per i fini tecnici di impiego. L’operazione si effettua a una temperatura compresa tra gli 820 e i 950 gradi, ma di norma non supera mai i novecento e questa temperatura viene mantenuta per un minimo di circa cinquanta ore. Dato che sono necessarie almeno trenta ore per raggiungere i già citati novecento gradi, e altre quarantacinque per discendere a 650, se ne deduce che tutto il ciclo nel suo complesso viene a durare come minimo una settimana.
Il riscaldamento si compie in delle cassette di ghisa bianca o di acciaio, in cui i getti sono disposti in mezzo a un materiale d’impacco che è formato da scorie dei forni di fusione della ghisa macinate tra loro, con lo scopo di fungere da sostegno per i getti e impedire la loro deformazione. Le cassette in questione devono venire ben lutate con materiale refrattario prima di essere poste nel forno: l’andamento della temperatura, inoltre, viene accuratamente controllato con delle coppie termoelettriche per tutta la durata del ciclo.