Leghe metalliche: il silumin

Il silumin è la lega di alluminio che contiene il 13% circa di silicio e lo 0,6% di ferro per la precisione. Il silumin che viene definito con l’aggiunta del termine “beta” presenta delle caratteristiche ben precise: anzitutto, gli elementi che sono stati appena menzionati non possono certo mancare, ma, in aggiunta, sono presenti anche lo 0,5-1% di magnesio e altrettanto di manganese. Una tipologia molto interessante, poi, è quella del cosiddetto coprosilumin, il quale presenta nel suo contenuto il 13% circa di silicio, lo 0,8-1% di rame, lo 0,6% di ferro e il resto alluminio.

Il fenomeno della liquazione delle leghe metalliche

La liquazione è uno dei fenomeni più nocivi che si possano verificare e che spesso è collegato al momento della solidificazione delle leghe in metallo: in particolare, esso è dovuto al fatto che i metalli industriali in questione non tendono a solidificarsi in modo contemporaneo in tutta la massa, ma in maniera del tutto opposta. Che cosa succede per la precisione? Avviene che le parti che sono coinvolte in questa stessa solidificazione per prime in ordine temporale risultano notevolmente pure. Al contrario, quelle che subiscono lo stesso processo a cui si sta facendo riferimento sono più inquinate per effetto delle scorie.

Le soluzioni industriali offerte dal nichel e dal cromo

Il nichel e il cromo formano due tipi distinti di soluzioni solide: la prima di nichel nel cromo e la seconda di cromo nel nichel. Tra i due tipi in questione esiste una lacuna di miscibilità con formazione di un eutettico in corrispondenza del 53% di cromo. Le soluzioni solide possiedono lo stesso reticolo cristallino dei metalli solventi, mentre l’aggiunta del 5% di cromo fa sì che l’anomalia magnetica del nichel si manifesti a temperatura ordinaria. Le leghe di nichel-cromo, le quali a temperatura ordinaria arrivano a possedere un carico di rottura di mille chilogrammi per millimetro quadrato e oltre, conservano delle elevate caratteristiche meccaniche alle alte temperature, oltre a un’ottima resistenza alla corrosione a caldo, per cui vengono usate per la fabbricazione di cassette da cementazione e ricottura, di elementi di forni e di resistenze elettriche.

Leghe metalliche: la cementite

La cementite è un prodotto industriale di cui si parla poco, ma che ha degli utilizzi molto interessanti e vari. In effetti, si tratta di un carburo di ferro che è composto in larga misura dal ferro (la quota complessiva supera addirittura il 93%) e per il resto da carbonio (una quota variabile tra il 6 e il 7%). Come si può intuire piuttosto facilmente, il metallo in questione non è altro che un costituente delle leghe del ferro col carbonio; tra l’altro, la sua denominazione vera e propria può anche cambiare e si può parlare di cementite primaria quando essa va a separarsi direttamente dalla fase liquida, così come avviene nel caso del raffreddamento delle ghise, vale a dire di quelle leghe che hanno un tenore di carbonio che è superiore all’1,78%.