Leghe metalliche: il silumin

Il silumin è la lega di alluminio che contiene il 13% circa di silicio e lo 0,6% di ferro per la precisione. Il silumin che viene definito con l’aggiunta del termine “beta” presenta delle caratteristiche ben precise: anzitutto, gli elementi che sono stati appena menzionati non possono certo mancare, ma, in aggiunta, sono presenti anche lo 0,5-1% di magnesio e altrettanto di manganese. Una tipologia molto interessante, poi, è quella del cosiddetto coprosilumin, il quale presenta nel suo contenuto il 13% circa di silicio, lo 0,8-1% di rame, lo 0,6% di ferro e il resto alluminio.

Anche se le caratteristiche di tipo meccanico non possono essere definite come eccezionali e notevoli (basti pensare che il carico di rottura si aggira su appena 15-25 chilogrammi per millimetro quadrato), il silumin è riuscito a trovare nel tempo una adeguata applicazione e un buon impiego in molte fonderie, in particolare a causa delle sue favorevoli doti di colabilità e quelle di compattezza. Tra l’altro, non bisogna neanche dimenticare che esso beneficia anche di una buona resistenza agli effetti della corrosione atmosfera e a quelli dell’aria marina. C’è poi da sottolineare come il silumin beta, una volta che è stata posta in essere una adeguata bonifica, acquista di solito le migliori caratteristiche meccaniche che sono note a livello industriale, prendendo in tal caso il nome di “silumin gamma”.

Una composizione che prevede circa l’87% di tenore di alluminio e il restante 13% per quel che concerne il silicio fa sì che la lega sia eutettica (vale a dire tale che il suo punto di fusione è inferiore rispetto a quello dei singoli elementi che la compongono) e assume una nuova denominazione, Alpax. Un pizzico di storia non guasta in tal senso. Il silumin, infatti, è stato scoperto nel 1920 dall’ungherese Aladar Pacz, il quale è passato alla storia anche per lo sviluppo della lampada incandescente.