La polemica tra Cina e Usa-Ue sui metalli rari

La Cina difende i propri sforzi volti a frenare le esportazioni dei metalli meglio noti come “terre rare”, oltre a quelle di altre vitali materie prime dal punto di vista industriale. L’export in questione si riferisce al continente europeo e il suo blocco è stato motivato con i problemi ambientali causati dall’eccessiva estrazione mineraria. La presa di posizione è stata quella dell’ambasciatore dell’ex Impero Celeste, Zhang Lirong, il quale si è scagliato contro Unione Europea e Stati Uniti, visto che Washington e Bruxelles hanno reclamato la violazione di alcune importanti regole commerciali. Secondo Zhang, le misure adottate da Pechino sono state rese necessarie dalle urgenze ecologiche e dalla produzione sostenibile.

Terre rare: alla scoperta dell’yttrio

L’yttrio è un elemento metallico cosiddetto “di transizione” e che appartiene al terzo gruppo del sistema periodico. La sua scoperta risale al 1794, grazie al chimico finlandese Johan Gadolin: quest’ultimo stava infatti analizzando alcuni minerali che provenivano dalla zona di Ytterby, in Svezia, da cui il nome del metallo stesso. Tra tutte le terre rare, esso è il secondo in abbondanza, subito dopo il cerio: i minerali più importanti sono senza dubbio la gadolinite e la samarskite. Per quel che concerne i composti chimici, poi, vengono separati da quelli delle altre terre rare attraverso la cromatografia a scambio ionico.

Terre rare: come l’industria impiega il samario

Il samario è uno degli elementi che fa parte delle famiglia delle cosiddette “terre rare”. Il numero atomico è il 62, mentre il peso atomico è 150,4, senza dimenticare che il simbolo identificativo è Sm. Esso è stato ottenuto per la prima volta in forma pura nel lontano 1901: al giorno d’oggi, invece, i suoi composti trivalenti (il samario ha delle interessanti caratteristiche e proprietà metalliche) possono essere facilmente separati dai sali delle altre terre rare, il tutto attraverso una cromatografia a scambio ionico. L’ossido di samario si scioglie in maniera piuttosto agevole negli acidi, dando vita a una serie di sali che vengono di solito impiegati come scintillatori fotosensibili nella regione spettrale del rosso e dell’infrarosso.

Industria metallurgica: il gadolinio

Tra le tante terre rare, un discorso a parte lo merita senza dubbio il gadolinio: questo metallo, infatti, ha un aspetto bianco e presenta tra le sue caratteristiche fondamentali la duttilità e la malleabilità. Tra l’altro, esso risulta essere molto stabile all’aria, senza dimenticare la copertura veloce del proprio ossido che lo caratterizza nel momento in cui c’è dell’umidità. In aggiunta, la reazione con l’acqua è davvero molto lenta, senza dimenticare lo scioglimento all’interno degli acidi diluiti. La superconduttività è una particolarità, invece, che si raggiunge nel momento in cui le temperature sono inferiori ai mille gradi, oltre al fatto di essere magnetico a temperatura ambiente, un dettaglio da non trascurare.

Terre rare: gli impieghi industriali del praseodimio

Il nome può sembrare complicato e aggressivo, ma in realtà il praseodimio è uno dei metalli industriali più teneri in assoluto: il suo tipico colore è quello argenteo, mentre il gruppo di appartenenza è quello dei lantanidi. L’aria e la sua esposizione tendono a formare uno strato di ossidazione su tale elemento, una delle terre rare di cui non si sente poi parlare così spesso, con una patina di colore verde che è utile per preservare da una ulteriore corrosione. Di conseguenza, la resistenza a quest’ultima è molto più alta rispetto a quella di altri metalli simili, in primis l’europio e il cerio.

Metalli industriali e terre rare: l’erbio

L’erbio è un elemento chimico metallico che fa parte del gruppo delle cosiddette “terre rare”. La sua scoperta si deve a Carl Gustaf Monsander, il quale si accorse della sua esistenza per la prima volta nel 1843, anche se in quella occasione il primo nome affibbiato fu quello di “terbio”. In seguito, a causa di alcune complicazioni che erano sorte in merito alla nomenclature delle stesse terre rare, il nome fu appunto modificato in erbio (siamo nel 1860 per la precisione): c’è comunque da precisare che solamente nel 1878 fu ottenuto l’elemento in questione in una forma che potesse essere considerata pura in maniera ragionevole. In natura, l’erbio si trova diffuso in molti minerali, in particolare nella gadolinite che proviene dai giacimenti di Ytterby, in Svezia, una località da cui ha preso origine sia il primo che il secondo nome dato a tale elemento.