Il processo al forno Martin-Siemens Basico

Secondo la caratteristica principale dei processi su suola, nel forno Martin-Siemens, la depurazione del bagno è funzione della composizione della scoria: quindi, dalla attività e dalla fluidità di essa, a parità di altri fattori ben precisi, dipende la velocità con cui l’equilibrio viene raggiunto. In esso avvengono due operazioni fondamentali, vale a dire la fusione e l’affinazione. Con la marcia alla massima erogazione di calore e fiamma corta, nella prima fase si porta a fusione completa la carica, la quale è costituita da ghisa liquida (circa il 60%), da rottami e minerali di ferro e calce. Al momento dell’affinazione, poi, la marcia a fiamma lunga è molto irradiante e progressiva e va a ridurre l’erogazione di calore.

Quest’ultima viene regolata in base alla temperatura della volta e in tal senso si distinguono solitamente due periodi: il primo di essi è l’ossidazione, ovvero la formazione di scoria ricca di ossido di ferro, e la deossidazione, realizzata dopo la scorificazione parziale o totale attraverso delle aggiunte di particolari leghe di ferro. La composizione della nuova scoria e le elevate temperature consentono in questo periodo una ulteriore depurazione del bagno. Normalmente, inoltre, sono preferite le grandi unità, in particolare quelle che sono comprese tra le duecento e le duecentocinquanta tonnellate.

Tra i vari combustibili, come ad esempio i gas di cokeria, i gasi di gassogeno, i gas di altiforno e cokeria miscelati, l’olio combustibile e il metano, si preferisce al giorno d’oggi il metano miscelato a olio combustibile, un mix che rende la fiamma senza dubbio più luminosa, aumentandone al contempo il potere irradiante; si estende anche l’impiego di ossigeno, insufflato nel bagno al momento della decarburazione alla pressione di circa sette atmosfere, a mezzo di apposite lance. La suola, infine, è costituita da dolomite sinterizzata, di conveniente granulometria, messa in opera su mattoni di magnesite oppure in pigiata a secco.