L’Italia non è un paese da grandi industrie

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La realtà industriale italiana non è una realtà industriale fatta da grandi numeri. Soprattutto a livello di dimensioni, le imprese italiane si confermano orientate verso il basso. Sono i recenti dati stilati dall’Istat a fotografare questo stato di cose, riferendosi alla situazione osservata nel 2011. 

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La dimensione media dell’impresa italiana, secondo questi dati, raggiunge a malapena i 3,7 addetti. Le microimprese, quelle con meno di 10 dipendenti, in Italia costituiscono il 95 per cento del tessuto produttivo, offrono oltre il 31 per cento del valore aggiunto e impegnano oltre il 42 per cento delle risorse.

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Le uniche grandi imprese esistenti invece, quelle con più di 250 addetti, sono per lo più pubbliche o controllate. Tra queste si possono ad esempio ricordare Eni e Finmeccanica, ma anche alcuni nomi del settore privato, come Fiat e Indesit.

Il settore dei servizi, ad oggi, in verità, è il più importante settore dell’economia nazionale, accentrando il 76 per cento e oltre delle aziende e occupando più del 63 per cento degli addetti.

L’industria, che qui più ci interessa, rappresenta infine  in Italia il 10,6 per cento delle imprese, il 34 per cento del valore aggiunto e il 26 per cento degli addetti.

Come è noto, è il Nord est con le sue imprese a trainare molti settori della nostra economia, e insieme al Nord ovest raccoglie oltre il 61 per cento del valore aggiunto della nazione. Tra queste ultime, tuttavia, quelle che intrattengono scambi con l’estero hanno valori e parametri più alti di quelli medi all’interno dell’ambito del manifatturiero.