Il settore delle costruzioni ha perso il più alto numero di posti di lavoro

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E’ ancora uno scenario di profonda crisi quello che fa da sfondo al settore edile italiano. Il comparto delle costruzioni, infatti, ha perso in seguito alla crisi un altissimo numero di posti di lavoro e, di conseguenza, ha innescato una reazione a catena anche su quelle produzioni che all’edilizia sono strettamente collegate. 

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Secondo una recente indagine compiuta da Confartigianato, infatti, tra il mese di settembre 2012 e il mese di settembre 2013 nel settore delle imprese artigiane sono andati in fumo oltre 123 mila posti di lavoro e circa il 4,3 per cento delle imprese prima attive oggi ha chiuso. Ancora più tragici sono invece i dati relativi ad un periodo più lungo, quello che va dal 2008 al 2012, gli anni effettivi della crisi, in cui i posti di lavoro persi sono stati 400 mila.

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L’edilizia, quindi, sta pagando il prezzo più alto della crisi e ha purtroppo ha potuto beneficiare pochissimo di quella ventata produttiva costituita dagli incentivi per le ristrutturazioni. Negli ultimi mesi è andato progressivamente aumentando il numero degli italiani che hanno deciso di effettuare interventi di ristrutturazione o manutenzione in virtù dei benefici governativi o che sono  intenzionati a farli eseguire nel 2014. Si è potuto rilevare un incremento di oltre il 37 per cento rispetto a settembre 2012.

Il settore delle costruzioni, tuttavia, dal 2007 ad oggi, ha perso un valore aggiunto pari al 22 per cento del suo totale. Un dato veramente preoccupante se si pensa che la media degli altri settori viaggia su un valore del 6 per cento.