Prodotti industria chimica: il neoprene

Il neoprene, conosciuto anche come duprene o policloroprene, è una gomma sintetica che si ottiene attraverso la polimerizzazione del cloroprene: in passato esso veniva utilizzato principalmente nell’ambito dell’industria automobilistica e nell’aviazione, grazie soprattutto alle sue proprietà meccaniche e la notevole resistenza agli agenti atmosferici e chimici. Dopo il 1941, però, esso trovò applicazioni per la sua resistenza alla combustione, anche nell’industria dei cavi e delle costruzioni navali. Esteso impiego come materiale adesivo ha trovato anche il lattice di policloroprene. Dalla polimerizzazione menzionata in precedenza si possono ottenere diversi polimeri, ma non tutti possono essere utilizzati come vera e propria gomma.

In effetti, è anzitutto necessario regolare in maniera efficace la reazione, in modo che si possa formare il cosiddetto policloroprene-alfa. Il polimero in questione si ottiene direttamente dal monomero per effetto delle radiazioni di una lampada a vapori di mercurio, con tanto di temperatura pari a trentacinque gradi centigradi; in alternativa, è sempre possibile un’apposita emulsione acquosa, in presenza di oleato sodico, a dieci gradi per la precisione. In un primo momento si forma un lattice che viene stabilizzato per aggiunta di antiossidanti protettori, come ad esempio possono esserlo la caseina, la pectina e la gomma arabica. Dal lattice, poi, si ottiene il policloroprene che, una volta trattato a caldo con il 10% di ossido di magnesio, il 5% di zinco e il 5% di colofonia, può essere lavorato opportunamente senza che sia richiesta la vulcanizzazione con lo zolfo.

L’aggiunta di nerofumo in questo caso è la scelta che provoca l’impedimento dell’ossidazione da parte dell’ossigeno dell’aria, come avviene anche nel caso della gomma naturale. Ai vari tipi di neoprene vengono aggiunte, inoltre, delle piccole quantità di stabilizzanti, in primis la fenil-alfa-naftilammina e i tiourami (detti anche turam), vale a dire quelli che sono impiegati come acceleranti del processo di vulcanizzazione della gomma (tra i principali responsabili delle dermatiti allergiche).