Industria metallurgica: come si effettua una incromatura

L’incromatura è il processo industriale di cementazione che si avvale, come suggerisce il nome stesso, del cromo: quest’ultimo, infatti, viene sfruttato per conferire agli acciai comuni una elevata durezza superficiale, oltre alla possibilità di lucidatura in modo da renderli paragonabili, per le prestazioni che possono essere ottenute, agli acciai inossidabili. Il più antico processo risale al 1936 e consiste nel far agire sul materiale ferroso un alogenuro volatile del cromo, in presenza di un riducente che ne permetta la trasformazione in metallo vero e proprio. Un altro processo, oggi industrialmente più utilizzato, è quello che prende il nome di “alfatizzazione”.

Si tratta del riscaldamento del pezzo a una temperatura che è compresa tra i 1.100 e i 1.300 gradi, in presenza di cromo in polvere e eventualmente di cloruro di cromo, il quale serve da attivatore della reazione. Spesso, poi, il processo viene anche accoppiato alla cementazione mediante l’alluminio (si parla in questo caso di calorizzazione) e lo strato protettivo superficiale si ottiene per diffusione contemporanea dei due metalli nell’acciaio, nell’interno del quale il cromo, oltre a entrare in lega, forma dei carburi complessi di elevata durezza e resistenza. In quest’ultimo caso i pezzi sono circondati da una miscela che è costituita per il 45% da polvere di allumina e per il 55% di polvere di cromo. Altri processi, al contrario, tendono a usare i bagni di Sali di cromo e offrono risultati che sono particolarmente notevoli, soprattutto per quel che concerne l’uniformità di penetrazione.

L’ampia duttilità degli strati di diffusione, dovuta alla distribuzione gradualmente decrescente del cromo con la profondità, rende i pezzi cromizzati idonei alle lavorazioni meccaniche, allo stampaggio e alle piegature. Gli acciai cromizzati resistono agli acidi, con eccezione di quello cloridrico e di quello fosforico. Inoltre, essi hanno una buona resistenza agli agenti atmosferici, ai prodotti che derivano dal petrolio, all’acqua marina e ai metalli fusi come il piombo e lo zinco.