La composizione e l’impiego industriale dei gres

Il gres è un materiale ceramico a pasta compatta, assai dura e formata da particelle a grana più o meno fine: a differenza della pasta della porcellana, essa è del tutto opaca o appena translucida sugli spigoli. Dotati di elevata resistenza dal punto di vista meccanico e di inattaccabilità agli agenti chimici, i gres sono distinti in tre tipologie a seconda della composizione e dell’impiego industriale. I gres ordinari, anzitutto, sono fatti con argille plastiche naturali vetrificabili, vale a dire capaci di diventare compatte prima di fondere o di deformarsi, o con argille smagrite con sabbia quarzosa, o con miscele artificiali di terre refrattarie, feldspati e silice. La cottura dei pezzi in questione, essiccati e foggiati, viene realizzata tra i 1.250 e i 1.300 gradi.

Gli impieghi industriali dell’argon

L’argon è l’elemento chimico, detto anche più semplicemente “argo”, che fa parte dei cosiddetti “gas nobili”: esso si trova in natura come costituente dell’atmosfera di cui rappresenta l’1% in volume. L’ottenimento di questo elemento avviene su larga scala grazie, in particolare, alla distillazione frazionata dell’aria liquida. L’argon, inoltre, tende a bollire a 185,9 gradi, vale a dire a una temperatura che è intermedia tra quelle di ebollizione dell’azoto e dell’ossigeno. Si tratta di un elemento che è inerte dal punto di vista chimico, con una struttura elettronica che è dotata di altissima stabilità, tale da rendere all’argon stesso estremamente difficile la possibilità di legarsi con altri elementi. I suoi utilizzi più pratici si basano proprio sulla proprietà che è stata appena descritta.

Gli impieghi e le produzioni industriali dei mastici

La produzione industriale dei mastici, un tempo piuttosto empirica, si è sempre più orientata verso un impiego piuttosto specifico su qualsiasi tipo di materiale con cui si può avere a che fare. È quindi utile distinguere quali sono le tipologie principali in questo senso, in modo da comprenderne l’utilità e le differenze. Un esempio molto interessante è offerto senza dubbio dai cosiddetti “mastici a freddo”. In pratica, si tratta di quelle soluzioni industriale dense e a base di caucciù, oppure di resine sintetiche e di solventi di natura organica: la classica presentazione che possiamo rinvenire in commercio è quella dei tubetti che sono pronti all’uso, visto che il loro impiego peculiare riguarda il caso domestico e quello artigianale. Al contrario, i mastici a fusione sono quelli che prevedono una composizione a base di cera lacca, colofonia, coppale e pece.